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La lobby legalitaria al servizio della repressione

Quando ci fu la polemica contro quel manifestante No Tav che insultò un carabiniere, subito fiumi di editoriali, indignazioni e ancora una volta citando come un mantra Pasolini. Leggiamola tutta quella famosa poesia del “Pci ai giovani”, così una volta per tutte la finiremo di citare sempre quei quattro versi. Ma cosa scrisse in quella poesia Pasolini? Era un inno alle forze dell’ordine? Se la si leggesse tutta, scopriremmo che lo scrittore aveva voluto ben specificare, con quel “siamo ovviamente d’accordo contro l’istituzione della polizia” , la sua ferma opposizione a questa istituzione; ma a parer suo lo sbaglio era prendersela con i “figli dei proletari” e ne faceva una questione puramente di classe. “A Valle Giulia, si è così avuto un frammento di lotta di classe: e voi, amici (benché dalla parte della ragione) eravate i ricchi, mentre i poliziotti (che erano dalla parte del torto) erano i poveri”. Pasolini aggiunse però un passaggio fondamentale: “Ma prendetevela con la magistratura, e vedrete!”. Quando i manifestanti No Tav se la presero con il Pm Caselli, nessuno in quel caso si è sognato di citare Pasolini. Come mai? I legalitari di sinistra (ossimoro) sono stati in silenzio.

La lobby legalitaria cresce, egemonizza, cambia geneticamente la sinistra ed è riuscita perfino, a causa della confusione post ideologica e del populismo, a creare soggetti politici che fagocitano ogni alternativa che miri effettivamente a mettere in discussione lo stato di cose attuali. L’ultima è la famosa lista europea Tsipras voluta dai soliti tre: Barbara Spinelli, D’Arcais e Camilleri, quello di Montalbano. Ogni qual volta esiste la possibilità di creare un soggetto politico di sinistra, libertario e aperto ai movimenti come quelli che parteciparono alla manifestazione del 19 ottobre scorso, spuntano i legalitari per disarticolare tutto. Non dimentichiamo che la Spinelli esordì con un articolo proponendo questa lista ben specificando la messa ai margini della sinistra cosiddetta “radicale”, ma che sia aperta alla società civile (non si capisce bene che cosa sia e in che base empirica si scelga chi ne faccia parte e chi no) e che faccia da opposizione all’Europa dalle “larghe intese”. Poi è arrivato a farle da spalla il solito Flores D’Arcais che ha ammesso di aver votato Grillo per scompaginare tutto e che vorrebbe un soggetto politico dialogante con i grillini; ma soprattutto che si rivolga all’altra manifestazione del 12 ottobre scorso: quella della “Costituzione, la via maestra” dove hanno accolto Ingroia, Travaglio e Zagrebelsky.

In parole povere è la riedizione della lista Ingroia con l’unico intento di distruggere o isolare quelle poche voci libertarie rimaste, e far aumentare i voti all’originale come già è accaduto precedentemente: ovvero Grillo. Si prospetta quindi l’ennesimo scempio che ha distrutto e fagocitato la sinistra alternativa, e dispiace assistere all’entusiasmo di alcuni compagni: sono gli spiritosi alleati dei loro stessi becchini.

Inka da L’incarcerato

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