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Orrore in Rojava: espiantati gli organi di un ragazzo curdo ucciso dai gendarmi turchi

In base a quanto hanno denunciato alcuni giornalisti dell’agenzia ANHA, il 3 agosto nel cantone di Afrin – invaso nel 2018 dalle truppe di Erdogan – Khalil Nihad Sheikho era stato ferito gravemente dai gendarmi turchi nei pressi della frontiera turco-siriana.

I militari lo avevano portato all’ospedale di Kilis dove i suoi organi erano stati espiantati e successivamente il cadavere, chiuso in un sacco, veniva inviato alla famiglia.

Le fonti di ANHA hanno riferito che il sedicenne, originario del villaggio di Farkan, era stato colpito da almeno tre pallottole mentre tentava di fuggire dal territorio sottoposto all’occupazione dell’esercito turco e dei suoi ascari islamisti.

La denuncia che gli organi del ragazzo erano stati rubati, partita inizialmente dai suoi genitori, troverebbe conferma in alcune immagini filmate dai famigliari. *

Tra le cause che spingono molti curdi a fuggire dal nord della Siria, l’ulteriore propagarsi della pandemia di corona virus in Rojava. Nonostante l’impegno dell’amministrazione autonoma – che ha imposto un blocco praticamente totale per rallentarne l’espandersi – solo nell’ultima settimana si registrano un’altra cinquantina di casi. I rischi di una grave, drammatica crisi sanitaria sono assai concreti, soprattutto pensando che nella regione vi sono ormai milioni di profughi praticamente privi di tutto, non solo a livello sanitario.

Gli ultimi casi si sono registrati nelle campagne a nord di Alep, in particolare nella città di Tel Rifaat e nei villaggi di Kafer Naya e Ahras.

Gianni Sartori