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11 settembre 1964 Montassilone (Bolzano)

dolomiten

Nel corso di un rastrellamento contro gli “irredentisti” in Alto Adige/Sud Tirolo, i carabinieri legano e collocano nelle acque gelate di un ruscello gli abitanti del paese: uomini e donne. In Val Passiria, secondo quanto narrato successivamente da Giancarlo Giudici, allora tenente colonnello dei carabinieri, comandante di un battaglione della Brigata meccanizzata, il colonnello Francesco Marasco, dopo che erano state fermate 15 persone nel corso di un rastrellamento, gli ordinò: “Mettile al muro e fucilale, poi brucia le case“.

Altre brutali testimonianze vengono dal “Dolomiten” (giornale locale) che narra il giorno successivo delle case distrutte di Montassilone, di ruberie minuziosamente elencate, di uomini legati mani e piedi e stesi a terra, colpiti con il calcio dei fucili ad ogni movimento.