Nella sede della banca nazionale dell’agricoltura in piazza Fontana, alle 16,37, scoppia una bomba che causa la morte di 16 persone e il ferimento di altre 88.
Nella stessa ora a Roma scoppiano altre bombe. Infine, nella banca Commerciale di Milano venne trovata una borsa contenente una bomba che viene fatta esplodere in tutta fretta, eliminando una prova preziosa per le indagini.
Immediatamente, a dimostrazione di un disegno già preordinato, le indagini, pur senza alcun indizio, seguirono la pista anarchica.
Il commissario Luigi Calabresi, già alle 19,30 (3 ore dopo la strage), fermò alcuni anarchici davanti al circolo di via Scaldasole. La polizia e il Ministero degli Interni annunciano immediatamente che i responsabili sono gli anarchici. Tra i sospetti fermati c’è Pietro Valpreda, che viene quasi subito accusato sopratutto grazie alla testimonianza del tassista Cornelio Rolandi (lo stesso Rolandi morirà proprio due anni dopo). Valpreda trascorrerà tre anni in prigione in attesa del processo e solo nel 1985 sarà finalmente prosciolto da ogni accusa
Nella notte del 12/12/1969 vennero illegalmente fermate circa 84 persone, tra cui Giuseppe Pinelli.
Nei primi attimi dopo l’attentato non ci si rese conto della reale natura della deflagrazione, tant’è che si diffuse la notizia non dello scoppio di una bomba, bensì quella dell’esplosione della caldaia della banca stessa. Le successive esplosioni e i segni evidenti dello scoppio di un ordigno tuttavia smentirono quasi subito le prime voci circolate e misero i milanesi e il resto del Paese davanti alla tragica realtà dei fatti.
L’ordigno fu collocato in modo da provocare il massimo numero di vittime: sotto il tavolo al centro del salone riservato alla clientela, di fronte all’emiciclo degli sportelli. La potenza dell’esplosione è testimoniata dagli effetti distruttivi sui locali devastati.
Si contano in quel tragico 12 dicembre, cinque attentati terroristici, concentrati in un lasso di tempo di appena 53 minuti, che colpiscono contemporaneamente le due maggiori città d’Italia: Roma e Milano.
La strage di Piazza Fontana da inizio alla stagione della “strategia della tensione” che di qui a poco comincerà a terrorizzare il paese, promossa da alcune organizzazioni neofasciste con la collaborazione di di servizi segreti dello stato e delle forze armate.