In quasi tutte le caserme del Nord Italia moltissimi soldati scendono in sciopero bianco contro i trasferimenti: è solo il primo episodio di lotta di un anno che vedrà numerose iniziative tra i militari, volantinaggi, interventi pubblici, cortei e scioperi del rancio.
Il 1976 è probabilmente l’anno in cui si conta il maggior numero di azioni di lotta messe in campo dai “Proletari in divisa“, organizzazione nata tra il 1969 e il 1970, come estensione e generalizzazione dei contenuti del movimento studentesco, da un gruppo di militanti di Lotta continua che si trova a dover sostenere il servizio militare obbligatorio.
Questa origine è ben sintetizzata in un documento del “collettivo esercito” – movimento studentesco di Pinerolo – del marzo 1970: ” … perché operai, studenti e braccianti che hanno fatto le lotte in questi anni non devono considerare il militare come una parentesi nella loro vita, ma devono poter continuare a lottare, dentro le caserme, così come hanno lottato a scuola, nelle fabbriche, nelle campagne“.