#12A: Per il capo della Polizia Pansa il poliziotto che calpesta due ragazzi inermi è solo un cretino….
- aprile 14, 2014
- in #12A, lotte sociali, malapolizia
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«Abbiamo avuto un cretino che dobbiamo identificare e va sanzionato perchè ha preso a calci una ragazza che stava per terra», ha detto il capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa, a margine del IV congresso nazionale delle Silp-Cgil a Perugia. «Tutti quanto gli altri che hanno lavorato – ha aggiunto il capo della polizia – vanno invece applauditi per come hanno operato e agito, con grandissima correttezza e mantenendo l’ordine pubblico. Non eccedendo assolutamente – ha concluso Pansa – nell’esercitare la forza nei limiti della correttezza, come previsto dall’ordinamento». Invece no, signor Prefetto. Sulla rete si inseguono le foto di agenti che impugnano il manganello alla rovescio, per fare più male, e ci sono testimonianze e testimonianze di abusi piccoli e grandi, oltre all’esito disastroso della gestione complessiva dell’ordine pubblico a Roma, il 12 aprile.
Popoff prova a rivolgere una domanda al capo della polizia: cretino è più o meno di mela marcia? Perché indubbiamente nelle parole del capo della polizia c’è uno scarto (retorico) rispetto alle precedenti gestioni del Viminale che tendevano a negare anche l’evidenza. Qualcuno ricorderà l’intervento di Manganelli a Genova (dove c’era una questura disastrata anche da molti altri scandali) che dopo le sentenze provò a dire che nel luglio 2001 la città era sotto attacco dei black bloc e la polizia era lì a difenderla.
Non c’è bisogno di un diploma da profeta per prevedere che in molti diranno quanto sia irrituale che un capo della polizia dica, papale-papale, che quel tipo in borghese, giubbotto di pelle-casco & manganello, è un cretino. Ma non è così. E’ uno dei tanti, tantissimi, troppi agenti o militari di ogni ordine e grado che commettono abusi pensando che sia loro dovere fare il lavoro sporco su delega della società civile. Perché il problema della polizia italiana è proprio nella formazione, nello spirito di guerra e tortura che la ispira nella relazione con le manifestazioni del conflitto sociale e della cittadinanza attiva, visto che da quando è passato il nuovo modello di difesa il reclutamento prevede una corsia preferenziale per chi abbia partecipato alla guerra globale. Potrebbe essere utile per il capo della polizia, se non ha tempo per leggere le sentenze Diaz e Bolzaneto, dare uno sguardo al film The summit di Fracassi e Lauria per vedere le scene di centinaia di robocop impazziti a comportarsi da “cretini” nel luglio genovese.
Il “cretino” in questione, intanto, si è presentato in Questura a Roma, spiegando: «sono io il poliziotto che si vede in quella foto». Un’immagine, quella della ragazza calpestata, una manifestante in terra che urlava abbracciata al suo fidanzato che è diventata un “caso” e per la quale ora l’agente rischia la sospensione. Sulla vicenda la Procura di Roma ha disposto l’apertura di un fascicolo processuale e nelle prossime ore gli atti dell’indagine interna della Digos saranno trasmessi al pm Eugenio Albamonte. «In quelle che io ho visto si vede una persona calpestata. Ricostruiremo esattamente l’episodio e vedremo quali misure adottare», ha spiegato il Questore di Roma, Massimo Maria Mazza. «Per tanti che hanno lavorato bene (anche Mazza s’è fatto questa idea, ndr) non è giusto perdere la faccia a causa di una persona che ha invece fatto un errore». E l’indagine interna non finisce qui. Sotto i riflettori ci sono anche le foto che circolano sul web in cui si vedono degli agenti che impugnano il manganello al contrario per picchiare i manifestanti. Anche in questo caso, «se ci sono state irregolarità o qualcosa che è andato oltre l’irregolarità – ha detto il Questore all’Ansa – vedremo cosa fare».
Il senatore del Pd, Luigi Manconi, ha riferito invece di aver «presentato nei giorni scorsi un disegno di legge per l’introduzione del codice identificativo sui caschi e le divise degli agenti che operano in situazioni di piazza». Un provvedimento che per Manconi è «urgente, urgentissimo».
Checchino Antonini da Popoff
Cosa dire, di una classe politica assente.