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Milano: Condanne per il corteo studentesco alla Regione del 16 Dicembre 2013

Martedì 22 Marzo è stata emessa la sentenza di primo grado per i fatti del corteo studentesco del 16 Dicembre 2013. Quel giorno un corteo di studenti tentò di raggiungere la Regione Lombardia venendo bloccato da alcune cariche delle Forze dell’Ordine nel tentativo di contestare gli ulteriori (tra i tanti di questi anni…) tagli all’istruzione pubblica e i soliti contributi a quella privata.

Condannati i quattro studenti e attivisti imputati. Le pene vanno dagli 8 mesi all’anno di reclusione. Gli imputati (3 su 4 incensurati) non si sono visti concedere la sospensione della pena. In aggiunta a ciò, cosa ancora più rara, il Tribunale ha rinviato alla Procura gli atti riguardanti una studentessa imputata solo per travisamento per ravvisare se ci siano anche gli estremi per processarla per resistenza.

Continua quindi la stretta repressiva seguita ai fatti del Primo Maggio. E’ sotto l’occhio di tutti come la Procura di Milano abbia dato un’accelerata a tutti i procedimenti legati a episodi di conflittualità politica e sociale. Sono stati rispolverati faldoni fermi da parecchio tempo e riguardanti anche episodi di qualche anno fa (un esempio è quello riguardante i fatti del trentennale di Piazza Fontana quando le Forze dell’Ordine tentarono di impedire al corteo del movimento che contava più di 10.000 persone di raggiungere la piazza).

scontri-milano_640I processi che riguardano la conflittualità di piazza sembrano venire osservati con una lente particolare e del tutto deformata. Citando a memoria  l’arringa di un avvocato difensore degli attivisti: “A sentire l’accusa sembra di trovarci di fronte a violentissimi scontri di piazza con feroci falangi di guerriglieri super-addestrati. Se si guardano i filmati invece…si capisce la reale portata dei fatti e si nota un corteo di giovani studenti caricato dalle Forze dell’Ordine…”.

Rimane il tentativo costante di ridurre la ricchezza dello scontro sociale e dei soggetti che lo animano a semplici elenchi di reati penali. Parallelamente a ciò tra le centinaia e a volte migliaia di persone che scendono in piazza vengono individuati i “visi noti” che vengono sepolti di denunce (quando non limitati o privati nella propria libertà) per ridurre la loro agibilità politica.

Qui il comunicato del Casc Lambrate:

Ancora una volta il mondo studentesco si è trovato davanti alla repressione politica e giudiziaria attuata dallo Stato italiano contro qualsiasi forma di opposizione e dissenso.

Il 22 Marzo si è concluso con condanne fino a uno anno il processo per i fatti avvenuti al corteo del 16 Dicembre 2013.

In occasione di quella data, gli studenti si sono diretti verso il Palazzo della Regione Lombardia nel quale stava avvenendo una votazione riguardante i tagli alla scuola pubblica per contestare questi provvedimenti.

Esprimiamo quindi tutta la nostra solidarietà agli attivisti e studenti condannati.

Non potete comunque fermarci.

La lotta non si arresta.

Ci rivediamo in piazza.

da milianoinmovimento