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Perquisizioni a Rimini contro attivisti di casa Madiba e casa don Andrea Gallo

Perquisizioni  a Rimini nelle abitazioni  di 5 compagni, attivisti di casa Madiba oltre al camper per l’emergenza abitativa e alla casa don Andrea Gallo.  Sequestrati tutti i cellulari e computer.  7 i compagni sono accusati di lesioni aggravate rispetto ai fatti avvenuti sabato 26 marzo, (Qui ill racconto) quando era stata respinta  una provocazione dei fascisti di Forza Nuova al supermercato Conad adiacente all’occupazione abitativa, casa Andrea Gallo,  lavando simbolicamente il suolo pubblico dal razzismo, dopo che alcuni immigrati erano stati vittime di insulti a razzisti. Ai nostri microfoni Manila di casa Madiba di Rimini Ascolta o scarica

Nel frattempo il tavolo per l’ordine e la sicurezza, che si è riunito questa mattina, ha stabilito che la manifestazione annunciata da Forza Nuova per sabato 2 aprile si potrà svolgere ma non in piazza Cavour, in centro storico. Da Casa Madiba e Casa Andrea Gallo ricordano come da mezzogiorno ci sarà un open day con mercatini solidali, banchetti e concerti, mente il sabato successivo contesteranno la presenza di Salvini in città.

Di seguito il comunicato di Casa madiba network

Questa mattina sono avvenute alcune perquisizioni nelle case dei compagni e delle compagne. Sono stati sequestrati cellulari e computer. Stessa cosa è successa ai neonazisti.

Il fatto che la perquisizione sia stata disposta nei confronti di tutti i soggetti coinvolti è un segnale che dimostra il lavoro imparziale dell’autorità, tuttavia segnaliamo che, nello zelo di cercare prove, sono stati sequestrati anche dispositivi di persone che non erano presenti il giorno dei fatti, e per i quali chiederemo quanto prima il dissequestro perché contengono materiale necessario al lavoro di queste persone che, questo si, non può essere pregiudicato.Casa-Madiba3
Alcune considerazioni a caldo.

A leggerne la cronaca sulla stampa locale e in particolare sul Corriere Romagna, il giudizio sui fatti appare già certo.
Un giudizio che va oltre i fatti e vuole stigmatizzare un percorso sociale unico in Italia per la sua capacità di declinare il tema delle disuguaglianze sociali intrecciando percorsi di lotta e di pratiche istituenti che hanno portato alla conquista di importanti risultati e riconoscimenti sul tema della sicurezza e mediazione sociale.
Insomma, una sentenza prima che l’indagine sia stata ultimata, o si tratta di una congettura dei giornalisti o è frutto di “veline” provenienti dai corpi dello Stato.

In questo secondo caso si tratterebbe di una informativa che ha uno scopo politico ben preciso, creare un clima di stigma intorno ad un’esperienza di emancipazione e liberazione degli strati sociali più poveri della città, in contrasto con gli obblighi di riservatezza che dovrebbero governare le azioni di indagine, fino al loro compimento giudiziario.
Noi non siamo andati alla Conad con intenti bellicosi, volevamo smacchiare il quartiere che viviamo e nel quale siamo attivi dal dicembre del 2013, senza essere mai stati percepiti come un corpo estraneo ad esso, dalla presenza di un gruppo neonazista che specula e fa sciacallaggio sugli effetti della crisi economica prodotti dal sistema neoliberista per alimentare la guerra fra oppressi alla ricerca di un nemico su cui scaricare le responsabilità. Uno dei nostri volontari, invalido al 100%, è stato colpito più volte, subito al nostro arrivo, con una catena che i neonazisiti avevano nascosta nella giacca.
La nostra storia, i nostri percorsi sono trasparenti e limpidi ed hanno prodotto effetti positivi sulla città rispetto al tema della sicurezza sociale e del diritto all’abitare.

‪#‎RiminiDegna‬ ‪#‎PrimaLePersone‬ ‪#‎SiamoTuttiMadiba‬

da Radio Onda d’Urto