Menu

Testimonianza: “Sono stato picchiato in carcere, ma vogliono archiviare il caso”

Giovanni Pannia venne arrestato l’8 agosto del 2009 dai Carabinieri di Stromboli con l’accusa di tentato furto aggravato, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato. Trasferito al carcere di Messina Gazzi, Giovanni ha subito violenze e vessazioni da parte degli agenti di costodia. Ora a distanza di quasi 7 anni dall’accaduto e assolto dai reati contestati la procura chiede l’archiviazione per gli abusi subuti in carcere
Si potrebbe dire: “ a tutto c’è un limite”.
Non sempre è così.
 
“Vi scrivo per informarvi di un pestaggio da me subito in carcere (Messina Gazzi) accaduto il 7 agosto del 2009.
In seguito all’assunzione, a mia insaputa – di ciò vi è prova nelle carte processuali -, di sostanze cannabinoidi (poi risultate dagli esami delle urine) mi sono trovato in uno stato di incapacità di discernere (per come comprova la documentazione medica) e sono entrato in una abitazione privata e poi in una chiesa a Stromboli.
Sono stato arrestato dai Carabinieri di competenza ( successivamente non convalidato dal G.I.P. presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto) e dopo circa 4 ore trascorse nella cella della caserma mi hanno portato con la motovedetta a Milazzo, quindi in caserma per dei rilievi e poi al carcere di Messina Gazzi in quanto ritenuto responsabile per i reati di furto e danneggiamento.
Appena arrivato in carcere sono stato rinchiuso in cella, dove circa quattro Agenti carcerieri, nonostante le mie condizioni di salute fisica e mentale a dir poco disumana (la stessa dichiarazione del Direttore del carcere di Gazzi, inviata al Gip preposto alla convalida ne fa piena prova) si sono brutalmente avventate contro di me denudandomi con forza strappandomi i vestiti di dosso, picchiandomi con schiaffi e pugni, rompendo la catenina ed il crocefisso che porto al collo, una volta a terra hanno continuato a tirarmi forti calci, il tutto è durato per circa 15 minuti.
Dopo avermi fatto i rilievi, mi hanno portato in un’altra cella lugubre e sudicia e lasciandomi completamente nudo hanno continuato a vessarmi per il solo gusto di provocare lesioni sfidandomi con parole minacciose e mediante l’uso di idranti, tanto che ero costretto ad alzare letto e materasso per ripararmi, letto che poi hanno tolto dalla cella, costringendomi a sdraiarmi per terra.
Per questi fatti ho riportato danni sia fisici, con evidenti ematomi in faccia e sul corpo, che psichici.
Dopo tre giorni, appena uscito dalla Casa Circondariale di Messina per interessamento dei miei familiari e con intervento dei legali Avv. Salvatore Staiano e Avv. Antonio Porcelli, sono stato trasferito in ambulanza e visitato dai medici del pronto soccorso dell’ospedale Piemonte e successivamente ricoverato presso il reparto di psichiatria dell’ospedale di Vibo Valentia.
Ora, a distanza di quasi sette anni,  mi  trovo con ben due richieste di archiviazione perché, sic, evidentemente, contro ignoti. Archiviazioni alle quali ho fatto opposizione.
Sarebbe bastato poco….visionare i turni del 7 agosto e dell’8 agosto del 2009 per stabilire chi fossero i miei “carcerieri” anche in considerazione della cartella clinica rilasciatami dai due nosocomi per comprendere i gravi danni che ho subito.
Dopo tutto questo tempo e nonostante gli innumerevoli tentativi dei miei legali di far “riprendere” un processo, ahimè, morto perché prossimo alla prescrizione, dopo le due richieste di archiviazione mi ritrovo ora con ben tre rinvii della prima udienza per mancata notifica, ma rinunciando  alla notifica  la stessa udienza viene rimandata di sei mesi e cioè a settembre, prossima quindi alla prescrizione che sarà a marzo 2017.
Non nascondo di aver, già ad un anno da quei terribili fatti, visto che ho presentato querela a carico del Personale della Polizia Penitenziaria l’8 settembre 2009, di aver reso Pubblica la vicenda interessando anche parlamentari come Rita Bernardini, la Senatrice Donatella Poretti, e molti altri ivi compresi diverse testate giornalistiche i quali hanno ben pensato di nulla dover dire o scrivere al sottoscritto.
Eppure, nonostante l’assoluzione per i reati contestatimi ( era chiaro non fossi in quel momento capace di intendere e di volere) del mio pestaggio e dei maltrattamenti subiti, il nulla……”
Vi riporto uno degli articoli stampa usciti in quel periodo.
 
Sabato 08 Agosto 2009.
Stromboli. Ieri mattina, i Carabinieri della Stazione di Stromboli hanno tratto in arresto in flagranza di reato per tentato furto aggravato, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato, PANNIA Giovanni, nato a Vibo Valentia cl. 1968. L’uomo, che era giunto sull’isola da circa una settimana per trascorrere un periodo di ferie, si è reso protagonista di un tentativo di furto conclusosi con l’arresto dell’uomo, ad opera dei Carabinieri della locale Stazione, che aveva tentato una rocambolesca fuga per le vie del centro abitato di Stromboli. Dalla ricostruzione dei fatti eseguita dai militari dell’Arma è emerso che il PANNIA Giovanni, poco dopo l’alba di ieri, dopo essersi introdotto all’interno dell’abitazione della farmacista del luogo, ed aver rovistato all’interno di alcuni armadi, essendo stato scoperto dalla donna, che aveva udito dei rumori in casa, si era dato alla fuga. Nella circostanza il PANNIA, per guadagnarsi l’impunità si era quindi introdotto, attraverso una finestra, nell’attigua chiesa dove, forse in preda ad un raptus, danneggiava alcune suppellettili sacre ed il tabernacolo; quindi, udite le sirene della vettura dei Carabinieri, fuggiva per le vie del centro venendo però immediatamente bloccato. Dopo le formalità di rito PANNIA Giovanni è stato quindi tradotto al Carcere di Messina Gazzi.
 
Per quanto accaduto anche se giudicato incapace di intendere e volere, Vorrei precisare che all’abitazione della quale si parla ho trovato il cancello socchiuso e pensando fosse un locale attiguo alla chiesa stessa mi sono introdotto, la Signora che stava in una  stanza mi ha aperto dopo che ho bussato. Non ho rubato nulla ma ho preso solo una palettina da giardinaggio che poi ho riposto nello stesso armadio.
Inoltre sono entrato in chiesa da una finestra che spingendo leggermente si è aperta poiché non era chiusa la maniglia interna. Una volta in chiesa percorrendo le navate superiori mi sono diretto verso il tabernacolo e tirando lo sportello che si è purtroppo danneggiato ho mangiato un’ostia. Poi ho aperto il portone della chiesa  sono uscito e  sono arrivati i Carabinieri.
 
Grazie per l’interessamento.
Giovanni Pannia