Pene da un anno a un anno e quattro mesi per i sei anarchici arrestati negli scontri al Brennero di sabato scorso. Durante il processo, celebrato per direttissima a Bolzano, il pm aveva chiesto condanne che arrivavano fino ai 2 anni e mezzo, senza la sospensione condizionale della pena.
Il processo si è svolto in un clima surreale per la città altoatesina, con un eccezionale dispiegamento di forze di polizia davanti al tribunale.
Il giudice, oltre a pene più lievi, ha anche concesso la sospensione condizionale per quattro dei sei anarchici e per nessuno di loro è scattata la misura cautelare in carcere.
«La procura, nel chiedere pene così pesanti, aveva ipotizzato che si fosse trattato di una rappresaglia violenta contro le forze dell’ordine. La nostra linea difensiva sosteneva invece che i ragazzi manifestassero per la chiusura del Brennero, senza alcun intento lesivo. Abbiamo anche chiesto l’attenuante dei valori sociali e morali, come giustificazione della condotta», ha commentato l’avvocato Andrea de Bertolini.
I ragazzi, tutti incensurati, rispondevano del reato di resistenza a pubblico ufficiale, avvenuta durante il fermo per l’identificazione, dopo che erano stati bloccati per lancio di sassi. «Piuttosto che essere calata sulla vicenda concreta, la richiesta del pm è sembrata avere più una funzione general-preventiva», ha aggiunto De Bertolini.
Il riferimento è a possibili futuri scontri sul fronte caldo del Brennero, al centro del braccio di ferro italo-austriaco sulla sua chiusura. I difensori dei sei anarchici hanno già annunciato che ricorreranno in appello.
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