#14N: Rinviato a giudizio poliziotto per le manganellate ad uno studente
- marzo 24, 2013
- in #14N, lotte sociali, malapolizia, violenze e soprusi
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Dure manganellate alla nuca “senza ragione” mentre la vittima era sdraiata in terra, immobilizzata da altri poliziotti, sul lungotevere dei Vallati. Le immagini della violenta repressione da parte della polizia, in occasione della manifestazione dello scorso 14 novembre contro l’austerità del governo Monti e nel giorno dello sciopero generale europeo, fecero il giro del mondo.
Il 14 novembre 2012 a Roma, come in altre città italiane, andò in scena una violenta e cieca repressione da parte delle forze dell’ordine contro gli stdenti scesi in piazza per manifestare contro le politiche di austerity del governo Monti. Tra gli atti più violenti e vigliacchi che lasciò l’opinione pubblica basita fu quella di un agente di polizia, in abiti civili e col volto coperto da un casco, che col suo sfollagente infierì sul corpo di un ragazzo già bloccato a terra dai colleghi. L’agente non si fermò neanche quando un poliziotto in tenuta antisommossa cercò di allontanarlo mettendo, tra lui e il ragazzo a terra, il proprio manganello.
Per quell’agente il pubblico ministero Luca Tescaroli ha chiesto il rinvio a giudizio per lesioni aggravate.
Si tratta di Alfio Paradiso, 48 anni, un ispettore capo in servizio al commissariato Viminale.
“Mentre stava svolgendo servizio di ordine pubblico si legge nella richiesta di rinvio a giudizio nei pressi di Ponte Sistolungotevere dei Vallati, Alfio Paradiso. cagionava a Giacomo Capriotti (un manifestante, ndr) lesioni personali, consistite in escoriazioni multiple alla regione dorsale, al polso sinistro e al capo, dalle quali derivava una malattia nel corpo, intesa come incapacità di attendere alle ordinarie occupazioni“. Il referto medico certificò per Capriotti 5 giorni di prognosi.
A quanto scritto dalla procura, l’ispettore Alfio Paradiso: “colpiva con il proprio sfollagente, reiteratamente, Capriotti, senza ragione, mentre questi si trovava riverso a terra, bloccato da altri appartenenti alle forze dell’ordine, poiché si era reso responsabile di resistenza a pubblico ufficiale, durante gli scontri intercorsi tra i manifestanti e la polizia“.
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