16 maggio 1950 Bancole (Mantova): ucciso Vittorio Veronesi, partigiano e dirigente del movimento bracciantile
- maggio 16, 2024
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Durante uno sciopero dei braccianti, l’agrario Paolo Grazioli e il crumiro Vittorio Gasparini sparano uccidendo il bracciante Vittorio Veronesi e ferendo gravemente Nerino Balduini
Tra il 1949 e il 1950, periodo ribattezzato come il “biennio rosso”, l’agricoltura mantovana fu protagonista come in altre zone del Paese di giorni difficilissimi per la vertenza del patto bracciantile che il governo non era riuscito ad evitare.
Gli scioperi si susseguivano, le forze dell’ordine rispondevano con cariche per disperdere chi protestava, la situazione andava degenerando. Gli agrari come allora venivano chiamati assumevano lavoratori provenienti da altre province o profughi, per garantire i lavori nelle campagne.
Nella notte del 17 maggio 1950 si consumò il dramma: l’uccisione di Vittorio Veronesi, bracciante e attivista sindacale comunista di Bancole, già distintosi come partigiano durante la resistenza. Aveva solo 30 anni.
La versione ufficiale, diffusa dall’Ansa, disse che Grazioli, l’uomo che sparò, e i crumiri avevano reagito perché ‘aggrediti da un gruppo di individui armati di bastoni”. Fu contestata dal movimento sindacale ma anche dal deputato socialista mantovano Eugenio Dugoni con una mozione alla Camera a cui rispose il sottosegretario agli Interni Bubbio che ribadì la versione ufficiale e concluse esortando “a non drammatizzare i fatti…non è con gli scioperi che si possono risolvere le situazioni”.