La polizia apre il fuoco sui militanti di sinistra che protestano contro la visita di Eisenhower, uccidendo Girolamo Rosano, bracciante 19enne iscritto alla Cisl e ferendo altre 11 persone fra i quali, gravissimo, il 16enne Francesco Greco.
Una donna muore per attacco cardiaco, poco dopo la sparatoria. La prima carica, con uso di armi da fuoco, avviene davanti alla Camera del lavoro dove i manifestanti si stavano concentrando, la seconda contro il corteo, effettuata con mitra e lacrimogeni.
Secondo il quotidiano “L’Unità” si sarebbe sparato anche dal balcone di tale Filadelfio Cancio, iscritto al Msi e dell’avvocato Danielo, già segretario del Fascio.
L’imponente manifestazione che si svolse ad Adrano nella giornata del 17 gennaio 1951 si inseriva nel filone nazionale che proprio in quei mesi manifestava, con la partecipazione di moltissimi cittadini, per salvaguardare il bene supremo della Pace. Dagli immani orrori provocati dalla guerra scatenata dal nazifascismo erano trascorsi pochi anni.
Il 1° Luglio del 1950 le forze armate degli Stati Uniti erano sbarcati in Corea. Quella guerra progrediva in maniera violentissima, coinvolgendo anche tante altre nazioni che facevano parte dello schieramento della Nato. In quell’enorme furore di distruzione appariva quasi certo l’invio di truppe italiane. Molte migliaia di “cartoline rosa” furono inviate a giovani in congedo militare. Si preparava la mobilitazione. Le preoccupazioni e le paure erano grandi. Sul piano internazionale si preparavano le mosse per la terza guerra mondiale.
All’inizio dell’anno, in occasione della venuta in Europa del generale americano Eisenhover, grandi manifestazioni popolari che reclamavano la Pace si svolsero in molte città europee ed italiane.
Anche nella provincia di Catania si tennero manifestazioni in parecchie località, con cariche delle forze di polizia: Catania, Mineo, Linguaglossa, S. Michele di Ganzaria, Caltagirone, Vizzini….
Il 12 gennaio a Biancavilla ( a pochi chilometri da Adrano) fu attraversata da una grande manifestazione popolare; migliaia gli uomini e le donne che parteciparono. Incidenti si verificarono con le forze dell’ordine.
Anche ad Adrano stavano arrivando parecchie “cartoline rosa”. Già il 12 gennaio Adrano era stata interessata da un’immensa e pacifica manifestazione, con oltre 7000 partecipanti.
I tragici avvenimenti di Adrano sono ampiamente descritti nei libri:“La battagliai di Adrano” di Pietro Maccarrone ( ex sindaco di Adrano) e “ Il Pci a Catania e Provincia” di Bernardo Urzì.
Scrive Pietro Maccarrone: “ Il 17 a mezzogiorno il prefetto di Catania Biancorosso, lo stesso che nel 1943 aveva consegnato ai tedeschi il prof. Carmelo Salnitro, tenne nel suo gabinetto una riunione degli alti funzionari della questura e dei comandanti delle forze di polizia ………Verso le 14 di quel giorno iniziò la prima provocazione. Pochi bambini, pensionati, ragazzi, sfaccendati si godevano il tiepido sole invernale sul marciapiedi di via Roma, cui sovrasta il monastero di S. Lucia che a pianterreno ospitava le sedi del Partito Socialista all’angolo di piazza Gesù e Maria, del Pci verso il centro, e della Camera del Lavoro………La maggior parte, non potevano essere più di una ventina, era accovacciata a consumare la propria miseria e non dava fastidio a nessuno……Nella piazza Umberto erano arrivati un gruppo di carabinieri della stazione di Adrano………Ad un tratto senza giustificazione alcuna, incominciarono a lanciare bombe lacrimogene contro quei pacifici inermi cittadini…e li costrinsero a sgomberare anche con i manganelli………in via Duca degli Abruzzi furono buttate altre bombe lacrimogene. Erano più di un centinaio quelli che per via Vittorio Emanuele. Inseguiti dalla polizia, si diressero verso la piazza Ammalati, dove c’era un’altra sezione comunista……..in piazza Ammalati la notizia della provocazione poliziesca non intimoriscono i presenti che si avviano in un lungo corteo……….si incomincia a girare per i quartieri popolari per via Vittorio Emanuele fin sopra la linea ferrata e da lì ridiscendendo con altre centinaia di persone….ad un certo punto della sfilata Giuseppe Ragusa, Giuesppe Zammaterra e Agatino Squillaci, temendo l’intervento della polizia in piazza dell’Erba, corsero in testa al corteo per farlo deviare. Ma non fecero in tempo perché la testa del corteo era già in piazza dell’Erba all’altezza dei carabinieri e polizia………….Intanto a piazza dell’Erba polizia e carabinieri, dopo avere fatto passare le donne, incminciarono a sparare sui dimostranti e fra gli altri caddero feriti Emanuele Branchina e Francesco Greco….la folla per sfuggire al massacro, colpita dai lacrimogeni e dagli spari, sbandò, e si riverso nelle vie adiacenti…..quelli che passarono dopo dall’arco di piazza Avellino sentirono gli spari e appresero che il gruppo delle donne in piazza Genova era tagliato fuori dal corteo fermo in piazza dell’Erba, su cui sparavano circa duecento poliziotti e carabinieri……..temendo di essere circondati, gli uomini del tenente Lo Munno si ritirarono dalla via Garibaldi per riunirsi al XII raggruppamento mobile, venuto da Catania, formato da oltre 300 poliziotti………nel ritirarsi continuavano a lanciare bombe lacrimogene e a sparare sulla massa che avanzava……..le pietre contro i fucili e le bombe lacrimogene……..ragazzini di dieci -undici anni furono visti sbucare dalla stradina stretta, che dalla pescheria immette in piazza S. Chiara, e da lì con la fionda tirare pietre contro le forze dell’ordine che sparava da tutte le parti………i feriti erano già tanti ma la folla continuava ad avanzare sempre verso la piazza. Caddero feriti: Agatino Parrinello, Francesco Caruso, bracciante di 53 anni, colpito al femore e rimasto storpiato per tutta la vita; Gaetano Coco di 18 anni, i giovani Biagio Schillaci, Salvatore Ricca, Angelo Monteleone, Pietro Azzarello, Alfio Cacciola, Giuseppe Crimi, Antonio Diolosà, Santo Grimaldi, Fortunato Italiano, Rocco Riciputo e Giuseppe Saccone. Grazia Buscami di 76 anni morì per lo spavento durante la sparatoria……….Nel corso della sparatoria un gruppo di donne da Giobbe si era avvicinato alla fontanella di piazza S. Nicolò per inumidirsi gli occhi infiammati dai gas. Con esse alcuni giovani fra cui Girolamo Rosano, bracciante agricolo di 19 anni. Poiché le donne erano decise ad andare in piazza, come tutti gli altri, “ aspettami qui”disse Rosano vado a vedere se c’è polizia in piazza e torno”. Rosano imboccò la via De Giovanni che sbocca nella via Garibaldi e in piazza Umberto. …..Si sentivano fischiare le pallottole dei fucili della polizia asserragliata a ridosso della Chiesa Madre e del Castello Normanno. Rosano e gli altri giovani erano dalla parte opposta. Ma mentre il giovane si avviava per vedere cosa succedesse, fu colpito alla tempia sinistra e si accasciò sul lato destro della strada. Rivolto in avanti, immobile……….
Alla manifestazione avevano partecipato oltre 10.000 adraniti, quasi la metà del totale dei residenti. (da Anpi Catania)
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