Iolanda Palladino studentessa napoletana di 21 anni, al primo anno di Giurisprudenza, intorno alle 23,15, si trovava su via Foria in auto, di ritorno da un appuntamento col suo ragazzo. Davanti a lei, vetture con bandiere sfilavano festeggiando la vittoria del Pci alle amministrative.
Venne investita da una delle molotov che i militanti neofascisti della sezione Berta del Msi lanciarono sulla manifestazione. Prese fuoco, scappò dall’auto, venne soccorsa in strada. Accompagnata prima agli Incurabili, poi al Cardarelli, poi ancora trasferita al Sant’Eugenio di Roma, perse la vita nel primo pomeriggio del 21 giugno 1975.
Il 24 giugno, al suo funerale, sembrava fosse scesa in piazza tutta Napoli. Un corteo di 30mila persone, di ogni età, l’accompagnò al cimitero stringendo nel suo abbraccio i familiari. Ci furono scontri, nei pressi di via Foria. Alcuni partecipanti al corteo rimossero uno striscione provocatorio esposto dai militanti del Msi. Sarebbero stati caricati dalle forze dell’ordine.
Il processo ai presunti responsabili proseguì negli anni successivi tra le polemiche. Umberto Fiore e i fratelli Giuseppe e Bruno Torsi vennero condannati a pene da sei anni e otto mesi ai due anni e dieci mesi, poi ridotte in appello, poi condonate. Il segretario della sezione Berta Michele Florino (sarebbe poi divenuto senatore) venne processato per favoreggiamento, poi prosciolto. Spiegò in un’intervista Ciro Palladino, fratello della vittima: “Era andato via dalla sezione per prendere le pizze, raccontò ai giudici”.
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