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Migranti: Dal 2014, oltre 15 mila morti nel Mediterraneo

Il 3 ottobre in Italia si “celebra” la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione. Nel corso degli anni i morti sono costantemente aumenti. E la rotta più pericolosa è quella Libia-Italia. Ma ora che è stata chiusa, sono in aumento gli sbarchi e i decessi sulla rotta nord Africa-Spagna. I dati dell’Ismu

In poco più di tre anni sono morte oltre 15 mila persone, mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo. Martedì 3 ottobre, l’Italia celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, istituita con un’apposita legge (la n.45 del 2016) per ricordare chi “ha perso la vita nel tentativo di emigrare verso il nostro paese per sfuggire alle guerre, alle persecuzioni e alla miseria”. È stata scelta questa data perché il 3 ottobre 2013, al largo dell’isola di Lampedusa, 368 migranti affogarono in uno dei più tragici naufragi avvenuti nel Mediterraneo dall’inizio delle ondate migratorie di questi ultimi anni. La Fondazione Ismu ha quindi deciso di rielaborare i dati dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), per fare il punto della situazione su quella che è stata definita “la strada più mortale del mondo”. E si scopre che è proprio la rotta Libia-Italia quella più pericolosa: “Nel 2015 sul totale dei morti e dispersi, il 77% ha riguardato tale rotta e l’anno successivo il 90%”, scrivono i ricercatori.

Morti in mare - elaborazione Ismu

Le morti sono costantemente aumentate. Nel 2014 hanno perso la vita in tutto il Mediterraneo (quindi anche sulla rotta orientale Turchia-Grecia e quella occidentale nord Africa – Spagna) 3.538 migranti (su oltre 216 mila sbarchi). Nel 2015 i morti e dispersi sono stati 3.771 (su un milione di arrivi). Nel 2016 sono saliti a 5.096, nonostante un calo degli sbarchi che sono stati 362mila. Quest’anno non ce l’hanno fatta 2.681 persone (136.423 arrivi). E quando viene chiusa una rotta, il flusso e i morti crescono sulle altre.

Morti in mare per rotta - Elaborazione ismu

“Il 2016 è l’anno in cui gli arrivi di migranti via mare in Europa sono calati considerevolmente in particolare sulla rotta del Mediterraneo orientale che dalla Turchia porta sulle isole greche -sottolineano i ricercatori di Ismu-, mentre la traversata dal Nord Africa verso l’Italia è tornata ad essere il principale approdo europeo per i migranti in fuga da conflitti, carestie, soprusi, instabilità politica ed economica”. Ora che è stata chiusa la rotta Libia-Italia, ecco che sono in crescita gli sbarchi in Spagna e “sono aumentate anche le vittime sulla rotta occidentale” che rappresentano il 4,9% di tutti i decessi nel Mediterraneo nel corso del 2017, mentre nel 2016 erano l’1,5% del 2016 e nel 2015 l’1,6%. (dp)

da Redattore Sociale