Tutto il mondo è paese. Quello dove basta un’indagine, a detta di molti osservatori piena di buchi neri, per decidere di bloccare tutto ad un tratto una fiction già girata, montata e pronta per esser inserita in palinsesto.
Tutto il mondo è paese quello dove sono bastate le intemerate di Maurizio Gasparri a indurre il servizio pubblico a cancellare un film per la televisione che avrebbe aperto squarci di verità sul fenomeno migratorio, troppe volte raccontato invece a senso unico dall’informazione e dalla cultura mainstream.
E così la messa in onda della miniserie, prevista a febbraio su Raiuno in prima serata e intitolata Tutto il mondo è paese, è slittata a data da destinarsi. E chissà se vedrà mai la luce. Narra la vita quotidiana di una comunità che si è aperta al mondo. Nel paese dei Bronzi dove i migranti sono ospitati nelle case lasciate vuote dalle famiglie del luogo, la solidarietà è un sentimento che tiene unita una comunità multietnica. Mimmo Lucano, interpretato da Beppe Fiorello, è stato l’artefice di questo modello di integrazione.
La decisione di bloccare lo sceneggiato è stata presa dai vertici Rai dopo l’inchiesta della procura di Locri che vede il sindaco di Riace iscritto nel registro degli indagati per presunti illeciti commessi nella gestione dei progetti per l’inserimento degli immigrati. La notizia, riportata dal Quotidiano del Sud, è stata comunicata dal responsabile della casa di produzione della fiction, Roberto Sessa, allo stesso sindaco. Nessun commento da parte di Lucano sulla decisione della tv pubblica.
Dopo il provvedimento della magistratura locrese nei confronti di Lucano molti esponenti politici nazionali avevano chiesto il blocco della fiction. Tra cui si era appunto distinto Gasparri, «le fiction fanno di fatto informazione, orientano le opinioni degli italiani e forse sarebbe meglio far passare un po’ di tempo dalle vicende reali alle celebrazioni televisive, per evitare di lodare chi non lo merita. Bloccare la fiction è doveroso. Che cosa ci dice la Rai?». Anche la Lega con il senatore Jonny Crosio, componente della Commissione di Vigilanza Rai si era interrogato sull’opportunità di mantenere in programmazione la fiction.
Sessa, da parte sua, ha precisato di non aver ricevuto dalla Rai «alcuna comunicazione di cancellazione della stessa fiction dai suoi palinsesti. Come da prassi la comunicazione della data della messa in onda verrà comunicata solamente a consegna materiali avvenuti».
da il manifesto