Luca Rossi, giovanissimo militante di Democrazia Proletaria viene colpito da un colpo sparato dall’agente della Digos Pellegrino Pollicino a Piazzale Lugano, Bovisa, luogo abituale di spaccio .
Muore poco dopo il trasporto in ospedale.
Sua unica colpa quella di essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Luca si trovava il Piazzale Lugano e stava per prendere l’autobus.
L’agente Pollicino, coperto dalla Legge Reale, aprì il fuoco in circostanze mai chiarite contro una macchina che si stava allontanando. Aprì il fuoco ad altezza d’uomo e colpì Luca uccidendolo. Inutile dire che la Questura tentò subito di alzare una cortina fumogena sull’episodio. Il Digos Policino era conosciuto in zona come un tipo arrogante e un po’ “balordo”, quasi sicuramente (quasi perchè nessuno al processo ha avuto il coraggio, o la possibilità di testimoniarlo) era lì in quel luogo o a prendere una “mazzetta” o comunque in combutta con gli spacciatori della zona”.
L’agente Pellegrino Pollicino fu condannato ad una pena ridicola.
Diversamente da quella dei tanti uccisi dalla legge Reale, la morte di Luca non fu però inghiottita dal buio: da quel giorno, amici, parenti e compagni convennero al risoluto impegno di contrastare l’osceno silenzio attorno alla schiera dei sommersi nel nome della legge. Tra i risultati che ne vennero, vi fu la redazione di 625, libro bianco sulla legge Reale. Materiali sulle politiche di repressione e controllo sociale dato alle stampe nel 1990 a cura del Centro d’Iniziativa Luca Rossi
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