La polizia carica i manifestanti del movimento, uccidendo con un candelotto lacrimogeno sparato a tiro teso ed altezza d’uomo lo studente Cesare Pardini; numerosi altri manifestanti rimangono feriti.
Vengono spiccati 12 mandati di cattura per ‘radunata sediziosa, resistenza, violenza privata, lesioni aggravate, danneggiamento aggravato, detenzione, uso e trasporto di materiali esplosivi’ ; 5 manifestanti (3 operai e 2 studenti) sono arrestati e tradotti nel carcere di Livorno, gli altri 7 si rendono latitanti.
Il giorno seguente il ministro degli interni, Franco Restivo, intervenendo al Senato per riferire sull’uccisione da parte della polizia dello studente Cesare Pardini, afferma :”Questi avvenimenti, che purtroppo hanno avuto la loro vittima, ci ammoniscono ad opporci all’eversivo operare di minoranze di facinorosi che, trasformando anche le più civili manifestazioni in violenti tumulti, perseguono il fine di turbare gli animi, di esasperare le passioni e di attentare all’ordine democratico“