Camilo Cienfuegos fu uno dei più importanti personaggi della rivoluzione cubana, basti pesnare che fu alla guida di una delle due colonne che partì dalla Sierra Maestra ed attraversò l’isola fino a provocare la caduta del dittatore Batista e a conquistare l’Avana. L’altra colonna era guidata da Che Guevara, che battezzò l’amico Camilo “signore dell’Avanguardia”.
Nato a l’Avana da una famiglia di umili origini, si interessò sin da giovanissimo alla politica, anche aiutando il padre, spagnolo, attivista della Unione dei lavoratori di sartoria. Si trasferisce poi negli Stati Uniti, dove lavorerà come operaio in diversi settori. Tornerà poi a cuba spinto dalla volontà di dare il proprio contributo a qui movimenti che sempre più duramente si opponevano al regime di Batista. Questo gli costò il carcere e anche una grave ferita: durante una manifestazione, la polizia militare sparò sulla folla, colpendolo ad una gamba. Questo episodio venne poi da lui stesso raccontato:
“mi portarono alla clinica degli studenti, dove ho vissuto una delle più grandi emozioni della mia vita, quando più di un centinaio di persone si riunirono lì all’ingresso e entrando vi fu un boato di applausi ed acclamazioni: mi sentivo una tale emozione, mi sentii sul punto di piangere, e urlai, ‘Viva Cuba!’. Da quel momento fui ancora più sicuro che, a qualunque costo, Cuba doveva essere libera”.
Anche in quell’episodio si trovò a fianco del suo primo compagno di lotte, suo padre, che alzando le garze con cui aveva tamponato la ferita de figlio affermò: “E’ il sangue di mio figlio, ma é sangue versato per la rivoluzione”.
Ebbe un ruolo importantissimo nello svolgersi della rivoluzione e fu uno degli ideatori della strategia militare con la quale i ribelli riuscirono a prendere l’Avana. Anche per questo, dopo la rivoluzione, diventò comandante di tutte le forze armate di Cuba.
Fu senza dubbio uno dei personaggi più amati dal popolo cubano grazie alla sua semplicità, al sua generosità e al suo sorriso.
Il 28 ottobre 1959 si trovava in volo sull’oceano Atlantico su un Cessana 310, piccolo aereo da turismo. L’aereo fu investito da una tempesta e scomparve in mare. Restano comunque incerte le dinamiche dell’incidente: né il corpo di Camilo né i resti dell’aereo furono mai rinvenuti.
Tutt’ora il popolo cubano ricorda ogni 28 ottobre un uomo che, da semplice lavoratore, è diventato un leader della rivoluzione, con il motto “Se c’é stato un Camilo, ci saranno molti Camilo”. (da infoaut)