A distanza di poco più di un mese dall’eccidio, 2.300 poliziotti invadono la cittadina perquisendo decine di abitazioni ed operando una trentina di arresti fra coloro che si erano adoperati per evitare il massacro o l’avevano denunciato: fra gli altri, i consiglieri comunali Calogero Amico e Vincenzo Consiglio, comunisti, il segretario della Cdl Salvatore Guarino ed il consigliere democristiano Giovanni Vullo che aveva sottoscritto un dettagliato esposto alla Procura della repubblica.
Il 19 ottobre a Caltanissetta, viene emessa dal Tribunale una sentenza per i fatti di Mussomeli dei quali sono chiamati a rispondere, anziché le forze di stato responsabili dell’eccidio, 35 cittadini che manifestavano per la mancanza d’acqua. Viene condannato il segretario della Camera del lavoro Salvatore Guarino a 9 mesi e 15 giorni di reclusione per ‘oltraggio aggravato’; con la medesima imputazione sono comminate condanne da 6 a 8 mesi per gli altri imputati.