Migranti. Accordo Italia-Libia 4 anni di fallimenti, abusi e torture
A quattro anni dalla firma degli infami accordi con la Libia, diverse associazioni e realtà, tra Ong, associazioni e organizzazione umanitarie, hanno firmato un appello per chiedere la cancellazione di quei trattati e un cambio delle politiche migratorie di Italia e UE. Tra i promotori dell’appello Mediterranea Saving Humans, Asgi, Emergency, Msf, Oxfam e Sea-Watch.
“Il bilancio, a quattro anni dall’accordo Italia-Libia sul contenimento dei flussi migratori, è sempre più desolante e riflette il fallimento della politica italiana ed europea, che continua a stanziare fondi pubblici col solo obiettivo di bloccare gli arrivi nel nostro paese, a scapito della tutela dei diritti umani e delle continue morti in mare. Senza disegnare nessuna soluzione di medio-lungo periodo per costruire canali sicuri di accesso regolare verso l’Italia e l’Europa” sottolineano i firmatari dell’appello, ricordando che a Luglio il Ministro degli Esteri Di Maio, commentando indiscrezioni circa alcune possibili modifiche al Memorandum, aveva affermato che si andava “nella direzione della volontà italiana di rafforzare la piena tutela dei diritti umani”. Solo parole perchè dei negoziati con i libici non si è più saputo nulla e nelle stanze della Farnesina tutto tace.
Le organizzazioni chiedono quindi al Parlamento di istituire una Commissione di inchiesta, che indaghi sul reale impatto dei soldi spesi in Libia e sui naufragi nel Mediterraneo e di presentare un testo che impegni il Governo a: interrompere l’accordo Italia-Libia, subordinando qualsiasi futuro accordo bilaterale alla transizione politica della crisi libica, nonché alle necessarie riforme del sistema giuridico che eliminino la detenzione arbitraria e prevedano adeguate misure di assistenza e protezione per migranti e rifugiati; dare l’indirizzo a non rinnovare le missioni militari in Libia, chiedendo con forza la chiusura dei centri di detenzione nel paese nord-africano; promuovere, in sede europea, l’approvazione di un piano di evacuazione dalla Libia delle persone più vulnerabili e a rischio di subire violenze, maltrattamenti e gravi abusi; dare mandato per l’istituzione di una missione navale europea con chiaro compito di ricerca e salvataggio delle persone in mare; promuovere, in sede europea, l’approvazione di un meccanismo automatico per lo sbarco immediato e la successiva redistribuzione delle persone in arrivo sulle coste meridionali europee, sulla base del principio di condivisione delle responsabilità tra stati membri su asilo e immigrazione; promuovere la revoca dell’area di ricerca e soccorso libica, poiché solo finalizzata all’intercettazione e al respingimento illegale delle persone in Libia; riconoscere il ruolo delle organizzazioni umanitarie nella salvaguardia della vita umana in mare, mettendo fine alla loro criminalizzazione e liberando le loro navi ancora sotto fermo.
L’intervista alla dottoressa Vanessa Guidi, presidentessa di Mediterranea Saving Humans Ascolta o scarica