In applicazione alla morsa repressiva sui mussulmani, è prelevato fra gli altri il cittadino tunisino Cherif Foued ben Fitouri, residente regolarmente nel paese da oltre dieci anni, sposato con una cittadina italiana con 3 figli piccoli, incensurato, la cui ‘colpa’ consiste nell’aver conosciuto persone indagate.
Cherif Foued Ben Fitouri nato a Tunisi il nel 1970, vive e lavora in Italia (a Dazio, in provincia di Sondrio) da oltre 10 anni, è sposato con una cittadina italiana e ha tre figlie di 10, 5 e 2 anni;
Cherif Foued, oltre a possedere una impresa edile, si occupa a Milano di tematiche legate all’integrazione e al rispetto dei diritti dei cittadini stranieri, sia partecipando alle attività di formazione del Centro delle Culture di Milano, sia collaborando alla redazione della rivista interculturale Alien;
La mattina del 4 gennaio 2007 la Digos di Milano ha prelevato Cherif Foued dal suo posto di lavoro, lo ha condotto in Questura e gli ha notificato un decreto di espulsione, motivandolo con il presunto fiancheggiamento, da parte di Cherif Foued, di organizzazioni terroristiche
La notte del 4 gennaio Cherif Foued è stato imbarcato su di un volo aereo per la Tunisia, senza che egli abbia avuto la possibilità di contattare un avvocato, senza che egli fosse messo al corrente, con esattezza e precisione, dei capi di imputazione e, soprattutto, subendo la grave violenza morale di venire strappato ai suoi affetti.
Foued è rimasto rinchiuso dal 5 al 15 gennaio nel carcere di isolamento del dipartimento del Ministero degli interni tunisino, il 16 gennaio è stato condotto in un carcere civile sotto la giurisdizione militare e soltanto due giorni più tardi – quattordici giorni dopo il suo sequestro – la famiglia ha avuto notizie circa il luogo di detenzione di Cherif Foued.
Foued Cherif sarebbe stato identificato, durante una perquisizione, nell’appartamento di alcuni suoi connazionali indagati e processati per attività terroristiche, ma – secondo quanto riferisce il Centro delle culture di Milano, che ha diffuso la notizia della sua espulsione – assolti dalla Corte di Assise di Milano. La moglie di Foued è stata avvisata con una telefonata della scomparsa del marito, dal 4 gennaio 2007, da quando Foued, in lacrime, l’ha richiamata dicendogli di «essere spaventato e di temere per la sua sorte», prima di venire spedito in un carcere tunisino.