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41bis: rilanciare la necessità di liberarsi dal carcere. Intervista a Silvia Baraldini

41bis: da oltre due mesi Alfredo Cospito, esponente anarchico rinchiuso alla tortura di Stato chiamata “carcere duro”, è in sciopero della fame all’interno del carcere sassarese di Bancali. Ha perso oltre trenta chilogrammi: secondo l’ultima visita effettuata dalla dottoressa di fiducia, Angelica Melia, Cospito è “in condizioni di salute decenti considerando che fa lo sciopero della fame da oltre due mesi e che ha ribadito ancora continuerà a oltranza”.

Martedì 27 dicembre l’avvocato difensore, Flavio Rossi Albertini depositerà il ricorso per Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di proseguire con la detenzione in 41bis.

Su Cospito ma più in generale sullo strumento del 41 bis, l’Osservatorio democratico sulle nuove destre – Azione Antifascista Brescia – ha intervistato Silvia Baraldini.

Con Baraldini, già prigioniera politica in un carcere speciale statunitense e poi estradata in Italia dopo una lunga battaglia, passata anche attraverso una grande campagna internazionale di solidarietà, l’Osservatorio – che cura su Radio Onda d’Urto la trasmissione bisettimanale “Se non li conoscete…” (ogni primo e terzo mercoledì del mese, alle ore 20)ha ripercorso la genesi dell’istituzione del 41bis (dentro la cosiddetta legge Gozzini), la sua applicazione, in particolare per i reati di mafia, ma anche la sua perversione per quanto riguarda la privazione di diritti elementari nelle carceri italiane.

Lo sguardo viene anche posto sul pianeta carcere, da tempo lontano dalle agende della politica istituzionale.

La riflessione viene posta anche in considerazione che sempre più vi è la necessità di rimettere in moto quel movimento che rivendichi la necessità di liberarsi dal carcere.

Carlo Gianuzzi, assieme a Beppe Ricca, dialogano con Silvia Baraldini in quest’intervista. Ascolta o scarica

da Radio Onda d’Urto

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