Mentre il mondo tace ancora, lo stato sionista israeliano perpetua la sua politica volta a sradicare il futuro della Palestina, arrestando e processando arbitrariamente civili palestinesi comprendendo – ovviamente- anche minori e donne; civili indifesi e costretti a subire questo abuso illegittimo, nonché disumano, da ben 70 anni di occupazione.
Solo nel mese di novembre, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato 330 cittadini palestinesi, di cui 34 bambini e 7 donne, provenienti per la maggior parte dalla Gerusalemme occupata. Torture, abusi, violenze fisiche, psicologiche, nonché sessuali: è questa la sorte di chi finisce nelle grinfie dell’esercito sionista.
Il Centro palestinese per gli Studi sui Prigionieri, monitorando alcuni casi, ha evidenziato un incremento dei decessi nelle carceri israeliane per negligenza sanitaria – si parla di 226 perdite; inoltre, si evidenzia un aumento anche dei casi di Covid19, 137 nuovi casi, prevalentemente nelle prigioni di Gilboa.
Infine, il rapporto denuncia sia l’aumento – sempre nel mese di novembre – delle detenzioni amministrative attuate dallo stato sionista ( sono 85 le nuove sentenze emesse con una condanna minima di 6 mesi di reclusione), sia la proroga delle condanne di altri prigionieri.
Attualmente, secondo i dati rilasciati, le autorità sioniste di occupazione detengono nelle loro carceri circa 4.500 palestinesi, tra cui 40 donne, mentre il numero di bambini detenuti ha raggiunto i 170 circa; il numero di detenuti amministrativi (quindi senza accusa e senza processo) è di circa 370.