Una grande manifestazione antinucleare dove dal 1977 è in costruzione una nuova centrale nonostante le opinioni contrarie dei cittadini, dei movimenti ambientalisti e dello stesso comune.
Molti degli autobus provenienti da tutta Italia vengono fermati dai posti di blocco delle forze dell’ordine, e sono costretti a rimanere fermi.
Il resto dei manifestanti decide di intraprendere un lungo percorso attraverso la statale per aggirare i divieti e raggiungere ugualmente la centrale.
Quando i manifestanti si trovano a meno ci cinquecento metri dai cancelli, la notte sparisce bruciata dalle fotoelettriche. I fari illuminano a giorno l’area circostante, e il cantiere appare militarizzato da più di 600 celerini in tenuta antisommossa.
All’improvviso parte una sirena, e la celere carica a freddo. Subito comincia la caccia all’uomo nei campi circostanti, mentre un’incessante pioggia di lacrimogeni invade tutta l’area.
Ancora una volta, lo Stato è costretto a ricorrere all’uso della forza bruta per reprimere un movimento in costante crescita: decine di persone sono massacrate a colpi di manganelli, candelotti lacrimogeni sparati ad altezza uomo e calci di fucile.
Un giovane manifestante viene ferito ad una gamba da un colpo d’arma da fuoco sparato “in aria” da alcuni carabinieri.
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Il dossier di Radio Onda Rossa