Cinisi (Palermo) 8 maggio 1978 – Peppino Impastato ammazzato dalla Mafia
- maggio 09, 2020
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Poco dopo la mezzanotte dell’8 maggio 1978, è ucciso dall’esplosione di un ordigno sulla linea ferroviaria Trapani- Palermo, Giuseppe Impastato, militante di Democrazia proletaria e animatore di “Radio Aut” , impegnata nella controinformazione sul potere mafioso.
Il “Quotidiano dei lavoratori“, organo di Democrazia proletaria, indica subito il nominativo di Gaetano (Tano) Badalamenti, il boss che controlla la zona, legato a Luciano Liggio come mandante dell’omicidio.
Analogamente la federazione provinciale Cgil-Cisl-Uil attribuisce la morte di Impastato alla “reazione di gruppi di potere mafioso” ed auspica che “le indagini vengano immediatamente indirizzate in direzione della scoperta della vera matrice del delitto”.
Ma più parte della stampa accredita la teoria che Impastato fosse un terrorista. Il “Mattino” titola: “Salta in aria con l’ordigno mentre compie un attentato“; il “Roma“: “Dilaniato terrorista demoproletario“; “Il Tempo“: “Lo scoppio anticipato ha ucciso il candidato di Dp sulla ferrovia“; “Il Corriere della Sera “: “Ultrà di sinistra dilaniato dalla sua bomba sul binario“.
Analogamente le autorità: a Palermo, il procuratore aggiunto Gaetano Martorana invia al procuratore generale Giovanni Pizzillo un fonogramma: “Verso le ore 0.30 del 9 maggio 1978, persona identificatasi presumibilmente in tale Impastato Giuseppe, si recava a bordo della propria autovettura Fiat 850 all’altezza del Km 30-180 della strada ferrata Trapani- Palermo per ivi collocare un ordigno dinamitardo, che esplodendo dilaniava lo stesso…“
Dopo vent’anni dall’omicidio di Peppino venne riconosciuta dalla magistratura la matrice mafiosa dell’assassinio, condannando Tano Badalamenti come mandante.