Ho negli occhi Luca che viene giù dal traliccio. Non riesco a togliermi la sua immagine dalla mente, neppure ora che è fuori pericolo. Perché è la parte migliore del nostro paese che cade con lui. E si fa male, molto male. Avrà a lungo bisogno di cure per rimettersi in piedi, questo paese assaltato dal proprio Stato, prima di poter dire che è fuori pericolo.
Non sto parlando di economia, naturalmente, di spread, di banche, di borse, di tutte quelle diavolerie che Lorsignori usano per assoggettare intere popolazioni. Penso alla coscienza civile, alla morale; a quel sentimento di solidarietà, di condivisione, di rispetto per la vita e la storia del territorio che voi dimostrate e che ha portato Luca sul suo traliccio. Un tesoro prezioso per la convivenza umana che viene quotidianamente misconosciuto, aggredito, messo in pericolo da uno Stato che avrebbe il compito di preservarlo.
Ha ragione Vattimo, quando dice che questo è un governo “sempre più esplicitamente fascista”, in quanto “organizzazione armata delle classi dirigenti”. Noi l’abbiamo visto il fascismo, undici anni fa, qui a Genova; l’abbiamo denunciato, detto e ripetuto fino a perdere la voce, ma la gran parte dell’opinione pubblica non ci ha creduto, drogata dai grandi mezzi di informazione che sono proprietà di Lorsignori. Si sono tenuti alcuni processi, anni e anni di lavoro per la magistratura che alla fine ha scritto sentenze importanti e gravi; ma quelle sentenze sono state disconosciute o ignorate da chi avrebbe il compito di rispettarle e di farle rispettare. Nessun responsabile è stato rimosso: lo Stato non si condanna.
Ha ragione Guadagnucci, una delle vittime della Diaz, quando scrive “…Fa davvero impressione il coro di commenti indignati e perbenisti scatenato dal filmatino che mostra l’innocua provocazione di un manifestante della Val di Susa verso un carabiniere. Si è scomodato Pasolini, si è parlato di squadrismo, si è evocato il rischio di un’escalation di violenze, il tutto senza mostrare il minimo senso del ridicolo…” Purtroppo i commenti indignati hanno circolato perfino in rete, a riprova che anche nei vari movimenti c’è chi continua a ignorare, a non voler capire. Come osserva giustamente Guadagnucci, i dipendenti di un supermercato devono esibire un’etichetta di riconoscimento, gli agenti utilizzati in ordine pubblico no; numerosi disegni di legge in tal senso sono stati ‘dimenticati’ nel cassetto dai diversi governi che si sono succeduti. Così si continua a garantire l’impunità a picchiatori e delinquenti in divisa, mentre i loro colleghi perbene si lamentano, anche in tv, ma si guardano bene dal denunciare i soprusi e le malefatte a cui assistono, come i loro dirigenti si guardano bene dal chiedere scusa alle vittime.
Cara Val di Susa, avvelenata dai gas – quanti candelotti tossici ho visto sparare nel bosco, nei campi coltivati, nell’acqua preziosa del torrente – aggredita da chi specula sul bene comune primario, la terra, insultata da chi disinforma per il proprio meschino tornaconto.
Grazie, per quello che sei, per quello che soffri, per quello che ci insegni.
Haidi Gaggio Giuliani
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