Milano: “Alessandro in carcere senza motivo”; la denuncia dei familiari
Notte tra sabato e domenica. Al Policlinico arriva un giovane, Vincenzo. Chiede informazioni, cerca il posto di polizia. Sbatte contro la fredda burocrazia, cerca di mantenere il controllo. Suo fratello è morto in carcere, a San Vittore, nel pomeriggio. Ma nessuno dà spiegazioni né a lui né allo zio Marco, anch’egli in ospedale. “I carabinieri ci hanno chiamato quattro ore dopo – racconta il 24enne Vincenzo – dicendo di telefonare al cappellano della prigione”. Don Alberto comunica alla famiglia la tragedia: “Alessandro si è tolto la vita”.
Un’ambulanza del 118 esce alle 17.49 e porta al Policlinico Alessandro Gallelli, 22 anni, calciatore di San Vittore Olona, in attesa di giudizio per reati minori. Morto con il collo spezzato in una cella del reparto di psichiatria. “Aspettiamo l’autopsia di oggi – precisa l’avvocato della famiglia, Antonio Romano -. Ma non crediamo al suicidio, pensiamo sia stato ucciso e siamo pronti a intraprendere azioni legali”. Anche perché “la detenzione non era necessaria”, sostiene l’avvocato.
Reati minori, l’accusa: “Una rissa con la Polfer causa un biglietto del treno non pagato, consumo di marijuana, piccole molestie, disturbi psicologici (asocialità) non accertati dalle perizie” elenca il fratello. “L’hanno messo senza motivo in una cella di pochi metri quadri con il vetro rotto oltre le sbarre. I carabinieri di Cerro Maggiore hanno fatto pressioni – accusa – con rapporti minuziosi, reati mai accaduti, una violenza su una ragazza che non esiste. Non è possibile che si sia ucciso, tra 20 giorni sarebbe uscito per andare in comunità. Voleva rimanere nel mondo del calcio, non morire. Se è andato in carcere lui, ci può finire chiunque. Morti così non deve accadere mai più”. Intanto il penitenziario celebra il lutto. Don Alberto riporta: “Ho visto le lacrime negli occhi dei suoi ex compagni di stanza: il carcere distrugge i detenuti”.
fonte: Corriere della Sera
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