Pugno di ferro contro i No Tav: altri 200 militari in Val Susa
Non basta la già altissima militarizzazione del territorio a difesa di una grande opera che non vuole nessuno (a parte certe lobby). Altri 200 militari saranno, infatti, inviati a protezione del cantiere Tav in Val di Susa.
La decisione è stata presa dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza, presieduto dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, riunitosi stamattina a Roma, «dopo un’approfondita analisi delle manifestazioni di protesta e dei recenti episodi di danneggiamento a carico di alcune imprese, legati alla realizzazione della Tav Torino-Lione»: è un giro di vite pesante che non farà che inasprire un clima già tesissimo.
La notizia era stata anticipata nei giorni scorsi da alcuni parlamentari sui social media e oggi ha trovato conferma. Il contingente dei militari, compresi quelli già presenti, salirà pertanto a 415: un numero davvero impressionante, nemmeno contro la camorra c’è mai stato un simile dispiegamento di forza.
La decisione di raddoppiare il numero dei militari presenti in Val Susa (motivata con «la necessità di tenere alto il livello di attenzione e vigilanza) arriva a pochi giorni dall’inizio dei lavori per la apertura del tunnel.
La «talpa» che dovrà scavare la lunga galleria, punto nodale del progetto, è stata montata e collaudata e ora si attende solo l’inizio ufficiale degli scavi. E ovviamente, in concomitanza con la partenza dei lavori, sono previste (e annunciate) nuove manifestazioni dei valligiani e dei comitati contrari all’alta velocità.
La manovra è chiara: mettere 200 soldati in più significa aumentare la vigilanza – che è l’unica prerogativa dei membri dell’Esercito, che non fanno ordine pubblico – in cantiere, permettendo a poliziotti e carabinieri, liberati dall’incombenza della sorveglianza, di avere più tempo per l’ordine pubblico e per presidiare i luoghi dove si trovano le imprese che lavorano alla tav, più volte oggetto di attacchi incendiari notturni.
A rinforzo di militari, poliziotti e carabinieri, il Comitato per l’ordine e la sicurezza ha anche deciso di inviare a Torino, come nuovo prefetto della città, Paola Basilone, ex vicecapo della Polizia (attuale commissario per le persone scomparse), per garantire la presenza di un rappresentante del governo esperto di ordine pubblico (un chiodo fisso, insomma).
L’annuncio della nomina è stato anticipato dallo stesso Alfano con un tweet in cui il ministro non fa cenno alle vicende della Val Susa ma sottolinea come un’altra donna sia approdata al ruolo di prefetto in una grande città. Conosciuta per la sua determinazione in passato Paola Basilone si è occupata delle infiltrazioni mafiose sulla Tav Roma-Napoli, in qualità di coordinatrice del gruppo ispettivo della Prefettura di Napoli.
da Liberazione.it
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