E’ 700esimo suicidio nelle carceri italiane in 12 anni. Nello stesso periodo sono stati oltre 2.000 i “morti di carcere”, tra detenuti e operatori penitenziari.
Da inizio anno sono 8 i detenuti che si sono tolti la vita e 21 il totale dei decessi avvenuti nelle carceri (di cui 9 per cause ancora da accertare). Dal 2000 ad oggi 700 detenuti si sono uccisi e ammonta a 1.954 il totale dei “morti di carcere”. Cifra che supera le 2mila unità, sommando le vittime tra le fila della Polizia Penitenziaria: 85 per suicidio e 6 per “incidenti sul lavoro”. Da ricordare anche il suicidio del Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria della Calabria, Paolo Quattrone, e della direttrice del carcere di Sulmona, Armida Miserere.
Pino Cobianchi, 58 anni, si è impiccato nella cella del carcere di Opera a Milano dove era detenuto. Si chiude tragicamente una vita passata da un omicidio all’altro, da un processo all’altro, da una prigione ad un’altra. E di questo evento tragico, informa il suo legale Laura Antonelli, non sono stati informati né i famigliari né la compagna di Cobianchi. “Sono stata io a darle la notizia – dice l’avvocato – quando invece è un preciso diritto del familiare contemplato dall’ordinamento penitenziario, in questi casi, di essere informati”. Cobianchi era condannato all’ergastolo ed all’isolamento diurno per gli omicidi di tre prostitute tutti avvenuti nel 2003 in provincia di Toscana. Più altri scampoli di pena, per una serie di rapine commesse con lo pseudonimo di “Robin Hood” e alcuni furti e incendi. Era stato a lungo recluso al carcere Don Bosco di Pisa, dopo aver peregrinato per 26 anni in varie carceri italiane: nel 79, infatti, era stato condannato a Milano per un delitto commesso l’anno prima al velodromo Vigorelli, dove aveva ucciso un diciottenne di vita che taglieggiava.
fonte: Ristretti Orizzonti
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