Agguato fascista a Firenze: Militante di Casapound spara ed uccide due migranti
- dicembre 13, 2011
- in antifascismo, migranti, razzismo
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Fa strage di senegalesi e poi si spara con una 357 Magnum nel garage del parcheggio. E’ successo questa mattina a Firenze, dove Gianluca Casseri, 50 anni iscritto a Casapound, ha aperto il fuoco al mercato di piazza Dalmazia, alla periferia nord della città. Poi nel pomeriggio ha sparato al mercato di San Lorenzo. A cadere in terra senza vita sono stati due migranti senegalesi. Diop Mor, Samb Modou sono morti sul colpo. Un altro Moustapha Dieng, 38 anni, è gravissimo nel vicino ospedale di Careggi. Tutti erano venditori ambulanti che frequentavano abitualmente la zona. Chi l’ha visto arrivare al mercato di piazza Dalmazia racconta di averlo visto scendere dalla Polo chiara in doppia fila per sparare tre colpi di pistola contro tre ambulanti senegalesi. La scena di un’esecuzione razzista. Diop Mor e Samb Modou sono morti subito, Poco prima, l’uomo aveva avuto un diverbio con un altro venditore. L’assassino Gianluca Casseri, come già detto militante di Casapound, ha scritto più volte sull’Ideodromo, dove ci sono le linee teoriche del gruppo. Il killer fascista era un uomo molto conosciuto nell’ambiente estremista pistoiese. Proprio per i suoi scritti e l’ammirazione al filosofo Ezra Pound. Casseri è poi stato identificato due volte per manifestazioni non autorizzate sempre nell’ambito dell’estrema destra. Tra l’altro ha scritto alcuni libri di fantasy, tra questi «La chiave del caos» con Enrico Rulli. Recentemente aveva confutato le tesi di Umberto Eco sui protocolli dei Savi di Sion che proverebbe la congiura degli ebrei contro l’Occidente. Grande appassionato di fumetti, più volte è stato chiamato a parlare sui personaggi più amati come Tex e Tin Tin.
«Se non ti scansi faccio fuori anche te», avrebbe detto il killer fascista all’edicolante della piazza che aveva provato a fermare il cinquantenne basso, tarchiato, occhi chiari e capelli brizzolati che gli mostrava la pistola. Un centinaio di senegalesi si raccoglie nella piazza e si muove in corteo verso San Lorenzo, in pieno centro, dove c’è il consolato del loro paese. Ma c’è anche un famoso mercato. Ed è lì, a tre chilometri da Piazza Dalmazia, che si materializza l’automobile bianca del killer fascista immortalato dalla videocamera di un telefonino. Spara ancora Casseri, ci saranno altri due feriti gravissimi, e la notizia raggunge il corteo di paesani e parenti delle vittime, che piange e s’incazza ancora di più e blocca il traffico e s’abbraccia, travolge – quando arriva a Santa Maria Novella – qualche cartello stradale e qualche cestino dei rifiuti. La polizia non ha di meglio da fare se non caricare in piazza della Repubblica il pezzo di corteo animato dai centri sociali. Nel frattempo l’uomo bianco ha raggiunto di nuovo la sua auto nei sotterranei del mercato di San Lorenzo dove, alla vista dei poliziotti che ormai lo braccavano si sarebbe puntato alla gola, così dice la Questura, con la sua arma a tamburo che non semina bossoli quando spara. Il mercato si blocca, le saracinesche si abbassano, i mercanti – anche quelli indigeni – riconoscono che «i nostri» sono quelli ammazzati o feriti. All’ospedale di S.Maria Nuova è stato operato un senegalese di 42 anni, colpito all’addome, l’altro ferito ha 32 anni, è stato colpito al torace, sarà operato oggi. La risposta della città solidale sarà il presidio di oggi pomeriggio in Piazza Dalmazia dove sabato partirà una manifestazione alla quale sono attesi esponenti del governo di Dakar. «E’ un lutto che ci riguarda – commenta a caldo Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista – che dimostra come tanti anni di propaganda razzista, fondata sull’odio verso chi è venuto in Italia per guadagnarsi da vivere, abbiano prodotto danni profondi nella nostra società. C’è un lungo filo che percorre purtroppo l’Italia e l’Europa, che tiene insieme la vergogna del raid al campo rom di Torino l’altro ieri, la strage di Castel Volturno, fino alla carneficina norvegese. Cosa aspetta lo Stato ad intervenire per fermare questi squadristi?». Ma lo Stato balbetta e Firenze fatica a fare i conti con il razzismo in sé. Infatti, mentre il presidente della Regione Rossi raggiunge i senegalesi, viene contestato ma si interroga se la sua città non sembri Oslo, se non si sia stati troppo tolleranti con covi fascisti (chi cercò di opporsi all’apertura di Casapound a Pistoia è stato perseguitato dalla magistratura), il sindaco Renzi se la cava con il ritornello della follia ignorando il curriculum del ragioniere «schivo e riservato».
L’odio razziale trova spazio su internet. Infatti c’è chi sta elogiando il suo ultimo gesto. Come sul sito internet Storm Front, che inneggia alla supremazia della razza bianca, si leggono commenti di solidarietà a «È uno dei nostri».
«Se non ti scansi faccio fuori anche te», avrebbe detto il killer fascista all’edicolante della piazza che aveva provato a fermare il cinquantenne basso, tarchiato, occhi chiari e capelli brizzolati che gli mostrava la pistola. Un centinaio di senegalesi si raccoglie nella piazza e si muove in corteo verso San Lorenzo, in pieno centro, dove c’è il consolato del loro paese. Ma c’è anche un famoso mercato. Ed è lì, a tre chilometri da Piazza Dalmazia, che si materializza l’automobile bianca del killer fascista immortalato dalla videocamera di un telefonino. Spara ancora Casseri, ci saranno altri due feriti gravissimi, e la notizia raggunge il corteo di paesani e parenti delle vittime, che piange e s’incazza ancora di più e blocca il traffico e s’abbraccia, travolge – quando arriva a Santa Maria Novella – qualche cartello stradale e qualche cestino dei rifiuti. La polizia non ha di meglio da fare se non caricare in piazza della Repubblica il pezzo di corteo animato dai centri sociali. Nel frattempo l’uomo bianco ha raggiunto di nuovo la sua auto nei sotterranei del mercato di San Lorenzo dove, alla vista dei poliziotti che ormai lo braccavano si sarebbe puntato alla gola, così dice la Questura, con la sua arma a tamburo che non semina bossoli quando spara. Il mercato si blocca, le saracinesche si abbassano, i mercanti – anche quelli indigeni – riconoscono che «i nostri» sono quelli ammazzati o feriti. All’ospedale di S.Maria Nuova è stato operato un senegalese di 42 anni, colpito all’addome, l’altro ferito ha 32 anni, è stato colpito al torace, sarà operato oggi. La risposta della città solidale sarà il presidio di oggi pomeriggio in Piazza Dalmazia dove sabato partirà una manifestazione alla quale sono attesi esponenti del governo di Dakar. «E’ un lutto che ci riguarda – commenta a caldo Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista – che dimostra come tanti anni di propaganda razzista, fondata sull’odio verso chi è venuto in Italia per guadagnarsi da vivere, abbiano prodotto danni profondi nella nostra società. C’è un lungo filo che percorre purtroppo l’Italia e l’Europa, che tiene insieme la vergogna del raid al campo rom di Torino l’altro ieri, la strage di Castel Volturno, fino alla carneficina norvegese. Cosa aspetta lo Stato ad intervenire per fermare questi squadristi?». Ma lo Stato balbetta e Firenze fatica a fare i conti con il razzismo in sé. Infatti, mentre il presidente della Regione Rossi raggiunge i senegalesi, viene contestato ma si interroga se la sua città non sembri Oslo, se non si sia stati troppo tolleranti con covi fascisti (chi cercò di opporsi all’apertura di Casapound a Pistoia è stato perseguitato dalla magistratura), il sindaco Renzi se la cava con il ritornello della follia ignorando il curriculum del ragioniere «schivo e riservato».
L’odio razziale trova spazio su internet. Infatti c’è chi sta elogiando il suo ultimo gesto. Come sul sito internet Storm Front, che inneggia alla supremazia della razza bianca, si leggono commenti di solidarietà a «È uno dei nostri».
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Era un pazzo non un fascista. Il fascismo è morto più di sessant’anni fa. Mi unisco anche io nel condannare questo gesto folle ed inumano, ma non sono d’accordo nell’usare questo evento per innescare l’ennesimo discorso “destra vs sinistra”. Questo è l’unico modo per fare politica in Italia. Pensiamo alle vere merde che stanno al governo.
Era un fascista non un pazzo, il fascismo non è morto 60 anni fa… c’è e si riorganizza in varie forme e produce di tanto in tanto soggetti come Gianluca Casseri, ma altrettante volte produce atteggiamenti di stupida intolleranza, e contribuisce ad alimentare un odio che devasta l’intelligenza di una Italia ormai troppo abituata a subire angherie di ogni tipo! Il fascismo è vivo e oggi come ieri va combattuto!
come si può dire che era un pazzo? ma siete idioti? quello era un fascista, uno di casa pound di quello schifo, faceva parte di quei vigliacchi vili, schifosi, che non meritano di essere chiamati uomini ma solo sterco. Tutti a minimizzare, ma dove vivete? questi sono dei vermi schifosi… frutto di una cultura ormai inesistente… frutto dell’ignoranza e soprattutto della paura… ecco i fascisti sono vigluiaccheria pura oltre che merda