Nuova giornata di protesta in Egitto lunedì 25 aprile, giorno del 34esimo anniversario del completamento del ritiro di Israele dalla penisola del Sinai.
Una nuova giornata di proteste contro il regime di Al Sisi: numerose le iniziative, i piccoli cortei e i presidi anche di poche decine di persone che hanno sfidato la polizia. Al Cairo, disperse dalla polizia antisommossa con gas lacrimogeni centinaia di persone che si erano raccolte in piazza al-Mesaha scandendo lo slogan ‘Abbasso il regime militare’. Molto dura la repressione della polizia.
Nei giorni scorsi precedenti erano stati effettuati diversi arresti preventivi: tra loro anche il direttore del consiglio di amministrazione della commissione egiziana per i diritti e la libertà che aveva denunciato la sparizione di centinaia di persone dal 1 gennaio 2015 a marzo 2016. La procura di Giza ha messo in custodia preventiva per 4 giorni dirigenti del movimento rivoluzionario del 6 Aprile.
Oltre 230 le persone e i manifestanti arrestati durante le contestazioni del 25 aprile, tra loro anche 33 giornalisti. Dieci sono ancora in carcere, tra loro un danese, e tre francesi
Nel mirino della polizia e di alcuni pm, anche l’ufficio del Cairo dell’agenzia di stampa Reuters, dopo la pubblicazione di un articolo alcuni giorni fa, su Giulio Regeni, il ricercatore italiano che è stato torturato e ucciso, con cui si smontavano le tante menzogne del regime. Nelle stesse ore la tv egiziana collegata al network saudita Al Arabya, dopo aver bollato come “complotto contro la nazione” le richieste di verità per Regeni e le centinaia di desaparecidos nel paese, ha pubblicamente “mandato al diavolo” Giulio Regeni con la propria anchorwoman di punta nel programma della sera.
Con noi da Il Cairo la corrispondenza di un compagno italiano che vive e lavora nella capitale egiziana. Ascolta o scarica.