Stamattina, in occasione dell’inaugurazione della nuova stazione dell’Alta Velocità Tiburtina, si è tenuta una manifestazione nel piazzale antistante lo scalo con i familiari delle vittime di Viareggio, lavoratori e lavoratrici delle ferrovie che rischiano di perdere il posto di lavoro, comitati locali, studenti e studentesse solidali.
La polizia ha caricato i familiari delle vittime di Viareggio che chiedevano un incontro con il Presidente della repubblica. In prima fila i familiari delle vittime morte negli incidenti ferroviari: mamme, padri, nonni che avrebbero voluto raggiungere, insieme ai lavoratori di Trenitalia che rischiano il licenziamento, la stazione per portare la propria protesta e il proprio dolore al presidente della Repubblica.
Tanti i cartelli contro i dirigenti delle ferrovie dello stato: “Licenziare subito Moretti”, “se non potrai di notte viaggiare, Moretti dovrai ringraziare”, “Moretti, Viareggio ultima fermata”. Un gruppo di manifestanti, partiti dalla Sapienza, ha poi provato ad attraversare la Tangenziale per raggiungere la stazione. Sono stati fermati dalle forze dell’ordine e circondati in un fazzoletto di strada nei pressi del deposito dei pullman.
Un gruppo di lavoratori Trenitalia “armati” soltanto di fischietti arancioni, invece, ha creato un secondo presidio di protesta vicino al sottopassaggio di Tiburtina che costeggia la Tangenziale. A difendere la stazione e le autorità presenti all’inaugurazione una lunga fila di agenti in tenuta antisommossa e alcuni blindati, visibilmente imbarazzati per l’incontestabilità delle ragioni portate dai lavoratorii e i familiari delle vittime.
« E’ vergognoso che vengano trattati in questo modo i parenti delle vittime di Viareggio, che gli venga addirittura impedito l’accesso e negata la libertà di protestare: è evidente che i vertici delle Ferrovie non vogliono vedere le facce dei morti. E invece si celebra la Tav, pagata coi soldi dei contribuenti, mentre i parenti delle vittime della strage ancora non hanno avuto verità e giustizia. Ogni protesta legittima diventa una questione di ordine pubblico in questo Paese e a Roma in particolare: basta con la repressione» ha dichiarato Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista.
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