Altri screenshot con insulti a esponenti politici e inneggiamenti al nazifascismo e su Facebook insulta persino Alfano
Perde le amministrative con un gap di oltre 400 voti, mentre arrivano altre segnalazioni sui suoi post
La disfatta elettorale del Camerata Zanza inizia dopo circa un’ora dall’inizio delle operazioni di spoglio per le amministrative del Comune di Bonorva.
Vince Massimo D’Agostino, lista Idee per cambiare Bonorva, con uno scarto di oltre 400 voti che, su un’affluenza di circa il 65% degli elettori e 2300 votanti circa, significa un abisso incolmabile per una paese scosso dallo scandalo mediatico intorno a uno dei sue due candidati alla carica di sindaco.
Zanza inizia così a toccare con mano i primi reali effetti della sua irriducibile e mai celata passione per il nazifascismo. Il popolo non perdona. La volontà dell’elettorato, in particolare di quello di sinistra che non ha tollerato le esternazioni di Zanza sul web, è chiara e segna una svolta epocale nella narcisistica parabola politica del candidato amante dei “fornetti crematori”.
Abbandona i suoi candidati e si ritira ancor prima di seguire le operazioni di scrutinio. Altra pessima figura, secondo chi ne critica l’egocentrismo e la spocchia.
E pensare che la sua era una matematica certezza, nessun dubbio sul fatto che, a dir suo, la poltrona di quel palazzo sarebbe toccata a lui.
Nonostante un tiepido congratularsi con il neoeletto primo cittadino, nessuno o pochi credono a una sua vera redenzione. In realtà il camerata non accenna il minimo pentimento per i deliri che lo hanno sicuramente gettato nel baratro della sconfitta.
“Rendetevi conto di cosa è successo a Bonorva in questi ultimi venti giorni, sono stato attaccato ma le iene restano iene e il leone è il re della savana. Quattro iene hanno portato Bonorva agli onori della cronaca, hanno montato una pattumiera politica e ora sono tornate nella tana. Badate bene, io non cancello nulla da Facebook. Chi nasce con coraggio muore con coraggio. Il leone è il re e le iene restano iene”.
Ecco cosa sostiene Zanza. Nulla di allegorico o metaforico. Nulla di goliardico. Pensa esattamente ciò che dice e scrive. Potrebbe trattarsi di un monologo teatrale e invece è stato il modo con cui il camerata Zanza ha concluso il suo ultimo comizio prima del voto del 5 giugno. Ha invitato i suoi elettori e gli indecisi a dargli credito sul suo essere un leone, la parafrasi di un ego abbastanza eccentrico in cui non sono ammessi il pentimento o le scuse, in cui non si trova nemmeno la traccia di una consapevolezza della gravità di quanto scrive sul web.
Zanza è coraggioso, sì. Ci vuole un grande coraggio a scrivere cose del genere, ci vuole coraggio a non pentirsi dopo aver oltraggiato la memoria di una immane tragedia umana. In questo ha avuto grande coraggio. Ma il coraggio di un uomo lo si trova anche in un semplice “mi scuso”. Nulla di tutto ciò.
Anzi, rincara la dose e sottolinea chiaramente che non ha cancellato e non intende cancellare nemmeno le cose più abiette e orribili, lui è un uomo coraggioso e tale resterà sino alla fine dei suoi giorni. Peccato che, malgrado il suo essere impavido, in tutta fretta abbia cancellato dal suo profilo le frasi incredibili e deliranti sui forni per gli ebrei, che erano il corollario della foto che aveva concesso al sito Meilogunotizie.net per ufficializzare pubblicamente la sua candidatura. Come quei commenti, suggeriscono i navigatori del web più attenti, tanti altri sono stati chirurgicamente eliminati ma nessun effetto lenitivo è stato prodotto su quella che resta una delle più gravi ferite alla democrazia locale sarda. Siamo in grado, infatti, di pubblicare altri deliranti post del goliardico camerata, unitamente a una serie di mirate accuse a esponenti politici pubblicate sul suo profilo proprio nei giorni caldi della tempesta mediatica contro di lui. Impossibile per Antonello Zanza eliminare tutti i post. Troppi anni, dal 2010 al 2016, in cui ha scritto e scrive cose difficilmente pensabili per i comuni mortali. Uno scandalo senza precedenti in cui il suo protagonista, in una sorta di teatrino degli orrori, non si pente, come abbiamo appurato più volte nel corso del nostro dossier, e non intende scendere a compromessi con i suoi accusatori. L’affaire Zanza si arroventa sempre di più.
Oltre agli screenshot oggetto di un “attacco che riguarda alcuni divertentissimi dialoghi” tra amici come lui stesso scrive, ve ne sono altri che contengono accuse e critiche ad alcuni degli esponenti politici che lo hanno criticato fortemente, primo fra tutti l’On. Michele Piras. Di lui parla su Facebook come del “fancazzista nominato mai eletto in Parlamento” e ancora lo definisce “ clamoro illetterato” invitandolo a prendere spunto dalla sua esperienza politica e smettere di cercare la fama attraverso il suo caso ormai nazionale. In riferimento a Piras e alla sua interrogazione parlamentare sulla questione, pubblica anche una critica che di riflesso colpisce con un gioco di parole il Ministro dell’Interno Angelino Alfano: ”Interrogazione al ministro ALF ano? Molto bene, adesso hai dato un senso alla tua legislatura!!!!”.
Non risparmia nemmeno Maria Grazia Caligaris, presidente di Socialismo Diritti e Riforme, che al quotidiano La Nuova Sardegna ha rilasciato alcune dichiarazioni, oltretutto più moderate, sui post del candidato. Di lei, facendone espressamente nome e cognome su Facebook, dice che dovrebbe tacere in quanto sotto processo per appropriazione indebita e truffa, indicando persino a quanto ammonterebbe la somma sottratta dai fondi ai gruppi per cui, scrive, la Caligaris è inquisita .
Una cosa che però ha precisato anche nei suoi discorsi ai cittadini è che, tra le tante dimostrazioni di affetto e vicinanza ricevute durante questo “attacco alla sua persona”, una in particolare lo rincuora moltissimo, ed è quella del Presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau. Pare che da Ganau siano arrivate a Zanza parole di conforto attraverso telefonate e sms, non ultimo un messaggio poco prima dell’ultimo comizio in cui Ganau avrebbe fatto un caloroso augurio al camerata per le consultazioni amministrative di domenica 5 giugno.
Un augurio disatteso dal clamoroso risultato delle consultazioni, un augurio che non può cancellare la vergogna e il fango che le sue esternazioni hanno gettato su una tranquilla comunità e sulla nazione intera. Oltre ai colpi del disastro elettorale si attendono quelli del disastro civile e sociale preannunciati dall’On. Michele Piras attraverso una denuncia e un’interrogazione parlamentare ancora in corso.
Paradossalmente, se nessuno interviene, il Camerata salirà ancora una volta come consigliere di opposizione. Ci auguriamo che chi di dovere possa porre fine a qualunque rigurgito fascista che macchia la nostra Costituzione o che egli stesso possa prendere coscienza dei suoi imperdonabili errori dimettendosi. Ancora oggi non c’è nulla di così divertente, nemmeno se a ruggire, ancora, è il re leone.