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Reclami e conseguenze. Lettera dal carcere di Siano

Un contributo di Francesco Annunziata,  detenuto a Siano,  sulle conseguenze dello sciopero per l’abolizione dell’ ergastolo ostativo.

Dopo l’appello contro l’ergastolo ostativo, indirizzato al Ministro della Giustizia, sottofirmato da tutti i reclusi della casa circondariale di Catanzaro, si evidenziano ritorsioni e intimidazioni.L’autore del reclamo viene sottoposto al visto di controllo sulla corrispondenza; è improvvisamente vietato spedire cd e dvd tramite corrispondenza; le perquisizioni assumo il carattere di vessazioni; i detenuti lavoranti vengono “chiusi” dal lavoro anche per una minima sciocchezza; il clima all’interno del piano è cambiato e si respira un’aria sempre più pesante.

Il provvedimento di visto di controllo sulla corrispondenza, in entrata e in uscita, non verte sui contenuti del reclamo ma sulle firme apposte alla lettera da detenuti appartenenti a diversi sottocircuiti.

Non è esatto nell’individuare le generalità del detenuto a cui è destinato il provvedimento, si contraddice nella parte in cui afferma che da accertamenti svolti risulta che le firme non sono state apposte tramite corrispondenza.

Il visto di controllo sulla corrispondenza si applica per prevenire un pericolo per la sicurezza interna o esterna che potrebbe derivare dall’uso improprio della corrispondenza, sempre con provvedimento motivato, quando vi siano ragioni di fatto che fanno presupporre un pericolo concreto.

Quando ad esempio, da un precedente fermo, si è scoperto un illecito attraverso la corrispondenza; quando attraverso voci confidenziali vi è il sospetto che il soggetto possa far pervenire informazioni illecite, usando indebitamente il mezzo postale; quando il contenuto della corrispondenza risulta in qualche modo pericoloso per la sicurezza.

Nulla di tutto ciò si è verificato. Nulla di tutto ciò è rappresentato nel decreto di censura. Il decreto di applicazione della censura sembra indirizzato a due persone diverse, una per il nome e un’altra per la data e il luogo di nascita.

poi, all’interno dello stesso, si sostiene che le firme degli altri detenuti non sono state apposte tramite corrispondenza e quindi è necessario il visto di controllo sulla corrispondenza per prevenire il pericolo derivante dalla stessa (o anche, una per essere l’oggetto del reclamo e l’altra per esserne il redattore).

Ma se è accertato che le firme sono state veicolate in maniera diversa dalla corrispondenza, perchè un provvedimento restrittivo sulla corrispondenza?

Inoltre, se il diritto alla riservatezza della corrispondenza può essere compromesso solo ed esclusivamente per i contenuti della stessa (e le firme apposte non lo sono), il contenuto è indirizzato ad una autorità delle istituzioni, perchè il provvedimento sulla corrispondenza?

E perchè solo all’autore della lettera-reclamo che, si ribadisce, era indirizzata al Ministro di Giustiza non a un criminale, è stato applicato il visto di censura e non a tutti i firmatari?

E se l’autore della lettera è riuscito a farla arrivare agli altri, e per questo è stato sottoposto alla censura, ci sarà stato anche qualcuno che è riuscito a farle fare il percorso inverso -visto che l’inoltro al ministro è stato fatto dall’autore? E perchè non è sottoposto anch’egli alla censura se il motivo è l’apposizione fraudolenta delle firme?

Questa è solo la prima delle conseguenze negative che si riscontrano in seguito a un reclamo rivolto al ministro della giustizia per sottoporgli l’anomalo operato del magistrato di sorveglianza. Quindi non “contro” l’amministrazione penitenziaria che, anzi, si loda per gli sforzi e l’operato svolto ma che, non avendo un seguito presso l’ufficio di sorveglianza perde ogni lavoro intrinseco.

Dopo anni che è consentito l’inoltro tramite corrispondenza di cd e dvd essendo equivalenti ai supporti cartacei, dopo la lettera al ministro non è più consentito se non previo controllo del contenuto, è come se si dicesse “la lettera la si può inviare ma prima la dobbiamo leggere! Perchè? Perchè si è scritto non solo al ministro ma anche al presidente della repubblica, al quale è stata inviata una corposa documentazione su supporto digitale.

Disposizione a nostro avviso assolutamente illegittima, in netto contrasto con le norme vigenti sulla riservatezza della corrispondenza nazionale e sovranazionali. Come se si volesse sostenere che la lettera la si può spedire solo previo controllo del contenuto. Così non è e non può esserlo!

E allora…questi restano tentativi di silenziare con atti intimidatori coloro i quali cercano di abbandonare il vecchio modus vivendi guardando con fiducia alle istituzioni, rivolgendosi ad esse per vedere tutelati quei diritti ritenuti violati.

Come sia possibile che proprio coloro i quali dovrebbero dare il buon esempio, assumono comportamenti contrari ai doveri del proprio ufficio non è dato saperlo, ma nessuno può negare la “coincidenza” che ad ogni lettera indirizzata ad una istituzione sia seguito un provvedimento negativo.

Totò diceva che “una coincidenza oggi, una coincidenza domani..ci sono troppe coincidenze che coincidono!”

E questi concetti non sfuggono alla quantificazione del pensiero dicotomico. Nel caso che ci occupa è bene sottolineare come, contrariamente a quanto percepiamo, non è un condannato all’ergastolo nè diretto interessato alla questione generatrice di tutte le conseguenze elencate, chi ha pensato di rivolgersi al Ministro della giustizia per sottoporgli il caso in esame.

E allora potremmo chiederci che cosa spinge alcune persone ad esibire comportamenti altruistici che comportano solo costi e non guadagno? Potrebbero esserci molteplici risposte a questa domanda ispirandoci e richiamando antichi filosofi o aggrappandoci alle risposte di cui è piena la nostra letteratura da Masaniello a San Francesco. Per gli studi intrapresi a chi scrive, si preferisce argomentare una risposta dal punto di vista delle neuroscienze cognitive e dei processi mentali ad esse collegate. Un processo mentale molto importante per la nostra capacità di interagire con il mondo è la presa decisione ossia la capacità di selezionare tra le possibilità che si presentano e di scegliere quella con maggiori probabilità che ci condurrà all’esito ottimale, dati un certo contesto…le motivazioni…e le esperienze personali. E dalle esperienze personali derivano dli studi del premio nobel all’economia del 2002 Kahneman, il quale sostiene che gli esseri umani traggono interesse e prendono decisioni mediante due sistemi di pensiero: uno intuitivo e automatico che spinge a prendere decisioni velocemente, note come euristiche, spesso in assenza di consapevolezza cosciente; l’altro, invece, sottende il pensiero controllato, frutto di un processo lento, impegnativo e consapevole. Di fronte ad un’ingiustizia, o qualcosa vissuta come tale, è spesso il primo sistema a prendere il sopravvento. Chi ha vissuto la stessa esperienza negativa, sviluppa una sensibilità maggiore rispetto al problema e dovremmo discutere di come le emozioni influenzano le decisioni fino a comprometterne la qualità delle scelte, distogliendo l’individuo dalla “retta via” indicata dalla ragione.

La lettera-reclamo al Ministro, madre di tutti i mali che ne sono conseguiti, è il frutto di un’emozione nata da quella che si è percepita come una vera e propria ingiustizia.

Chiedendo tutela alle istituzioni e ricevendone le conseguenze.

Catanzaro li, 26/06/16

Francesco Annunziata

lettera e video inviati dall’Associazione Yairaiha Onlus 

Comments ( 2 )

  • Sebastiano

    Come tutte le cose, e specialmente ne settore Giustizia, vanno provate è buona regola di ogni giornalista o simili. Sebastiano

    • Gentile Sebastiano, non è un articolo, ma bensì una lettera di un detenuto recluso nel carcere di Siano, pubblicata nella rubrica “Lettere da Carcere”…e siccome la lettera non è anonima dovrebbe essere buona regola dell’amministrazione penitenziaria accertarsi realmente della situazione carceraria e non prendere per oro colato incece quello che dicharano Direzione e polizia penitenziaria