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NoTav: Ancora repressione. Dieci attivisti condannati

Non si ferma la repressione sul movimento No Tav. Il Tribunale di Torino ha condannato altri dieci attivisti, con condanne dai 20 giorni fino ai sei mesi di reclusione.

I fatti risalgono al gennaio 2014 quando i militanti No Tav fecero due azioni dimostrative a sostegno di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, arrestati e accusati di terrorismo.

Gli attivisti imputati entrarono alla sede di Italferr, società del gruppo ferrovie con il compito di realizzare la linea Alta Velocità, lanciando alcuni volantini, e fecero un blitz anche all’interno del Palazzo di Giustizia, diffondendo materiale No Tav.

L’accusa contesta i reati di violenza privata, violazione di domicilio e danneggiamento. L’impianto difensivo è stato disatteso, ma non mancherà il ricorso in appello, mentre si attendono la pubblicazione delle motivazioni della sentenza.

Abbiamo parlato di tutto questo con l’avvocata Lea Fattizzio, legale che seguo uno degli imputati.
Ascolta l’intervista

da Radio Onda d’Urto

Nel mirino della macchina repressiva non c’è solo il movimento No Tav della Val Susa, ma anche il movimento gemello che più a sud contesta il Terzo Valico. 30 attivisti, rischiano un anno di carcere per aver «invaso» e occupato simbolicamente il consiglio comunale di Novi, il 14 aprile, scorso, per protestare contro il tracciato della linea ferroviaria ad alta velocità che al pari di quella più a nord devasta il territorio, è infiltrata dalla criminalità organizzata e viene imposta dal governo a suon di denunce e arresti. Urla, fischi, bandiere No Tav sventolanti in occasione dell’esposizione in Consiglio Comunale delle osservazioni alla modifica del tracciato della nuova linea ferroviaria. Una protesta eclatante ma del tutto pacifica quella del popolo No Terzo Valico, che però potrebbe costare cara a 30 manifestanti. I 30 attivisti sono stati tutti denunciati; a loro Digos e carabinieri hanno contestato nientemeno che l’articolo 340 del codice penale: interruzione di un ufficio o servizio pubblico,  reato che contempla appunto la reclusione fino a un anno.

La richiesta di condanna arriva tra l’altro proprio alla vigilia di un nuovo presidio annunciato per il 19 luglio prossimo, giorno nel quale è fissato l’esproprio del terreno «101», l’appezzamento di Pozzolo Formigaro acquistato nel 2013 da 101 attivisti nel tentativo di ritardare i lavori della linea ad alta velocità. Di seguito il comunicato dei ‘No Tav Terzo Valico’ che promuove la nuova iniziativa di lotta.

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Martedì 19 luglio giornata di resistenza agli espropri

Nessuno avrebbe scommesso che quattro anni dopo il primo tentativo di esproprio Cociv, consorzio costruttore del Terzo Valico, non fosse ancora riuscito a chiudere questa partita. In questi anni sono state decine le giornate di lotta organizzate dal movimento per impedire la presa in possesso dei terreni necessari alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ed è a partire da questo che sono stati accumulati due anni di ritardo sulla tabella di marcia dei lavori.

Martedì 19 luglio Cociv torna alla carica con l’intento di eseguire gli ultimi due espropri mancanti (sempre che non se inventino qualcun altro) e lo fa cercando di espropriare due luoghi altamente simbolici e strategici per il movimento.

Il primo è il terreno collettivo acquistato a Pozzolo Formigaro da 101 No Tav – Terzo Valico. Un piccolo appezzamento di 180 metri quadrati che sorge proprio sul tracciato della linea ferroviaria e che pertanto è indispensabile per proseguire i lavori. Un tentativo di esproprio in “Zona Cesarini” considerato che neppure una settimana dopo scade il decreto autorizzativo che non potrebbe più essere rinnovato visto che è anche scaduta la dichiarazione di pubblica utilità.

Il secondo è un grande bosco a Fraconalto di proprietà dell’Agriturismo La Sereta, un luogo amico del movimento a partire dalla militanza dei suoi proprietari fra le nostre fila e dal rifiuto a fornire vitto e alloggio agli operai del Cociv. Il bosco in questione che avrebbero voluto espropriare già a febbraio serve per ampliare il cantiere della galleria di servizio di Fraconalto con la costruzione di uno sfiatatoio e di una nuova strada.

Manco a dirlo i due espropri, che sono ad oltre 45 chilometri di distanza fra loro, sono stati fissati con lo stesso orario così da determinare la ripartizione delle forze del movimento che ha comunque deciso di provare a resistere con la stessa fierezza del 30 luglio ad entrambe le esecuzioni. Proprio per suddividere con cognizione le forze in campo si è deciso di dare indicazioni precise rispetto a dove convergere in quella giornata.

L’appuntamento per l’esproprio di Pozzolo è alle ore 7,00 sul lato sinistro della strada provinciale 211 della Lomellina in direzione Tortona. Qui convergeranno gli attivisti dei comitati piemontesi e tutti gli altri solidali in arrivo dalle altre città.

L’appuntamento per l’esproprio di Fraconalto è sempre alle ore 7,00 presso l’agriturismo La Sereta via San Rocco 47a località Sereta di Tegli. Qui convergeranno gli attivisti dei comitati liguri e i tanti amici dell’agriturismo La Sereta.

Dalle ore 18 di lunedì 18 luglio (il giorno prima) campeggio libero sia a Pozzolo che a Fraconalto.

Si fa appello ai tanti solidali che hanno sostenuto in questi anni la battaglia contro il Terzo Valico ad organizzarsi per scrivere insieme una nuova pagina di resistenza contro le grandi opere.

Luca Fiore da contropiano