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Abusi e razzismo diffuso nelle prigioni americane

Un nuovo rapporto redatto dal ministero della giustizia americano ha stabilito che la polizia di Baltimora discrimina abitualmente gli afroamericani, presi costantemente di mira dagli agenti che ricorrono ad un uso eccessivo della forza nei loro confronti

Questo è il risultato dell’inchiesta aperta dopo la morte del nero Freddie Gray, scomparso ad aprile del 2015 mentre era sotto custodia della polizia, per le ferite riportate mentre veniva sbalzato da un lato all’altro dentro un cellulare della polizia.

La sindaca di Baltimora, l’afroamericana Stephanie Rawlings Blake, ha confessato di aver sofferto e di aver provato vergogna nel leggere dei comportamenti inammissibili dei suoi agenti. Neri fermati con frequenza molto superiore ai cittadini delle altre etnie anche quando non ci sono sospetti, mancato rispetto dei diritti civili, trattamento brutale anche dei testimoni col risultato che molti di quelli che all’inizio si erano rivolti alla polizia per denunciare un reato, alla fine si tirano indietro.

Tra i vari episodi riportati dal rapporto del ministero della giustizia c’è un caso come quello del professionista cinquantacinquenne, un nero incensurato, fermato più di 30 volte dalla polizia senza motivo. Quindi non solo violenze fisiche, ma anche persecuzioni psicologiche. Il dossier non parla di poche «mele marce», ma indica un problema sistemico. L’addestramento è carente e viene data carta bianca agli agenti di applicare la “tolleranza zero”. Non è il primo dossier contro gli abusi della polizia.

L’anno scorso il ministero della giustizia aveva accusato la polizia e i magistrati per la loro condotta ingiusta nei confronti degli afroamericani. Secondo il guardasigilli americano, la polizia è sistematicamente influenzata e condizionata da considerazioni a sfondo razziale. Si era riferito soprattutto alla condotta tenuta dalla polizia di Ferguson, la località del Missouri dove lo scorso agosto un agente bianco uccise a colpi di arma da fuoco il diciottenne di colore Michael Brown, malgrado fosse disarmato.

Dall’esame di oltre 35mila pagine di documenti ufficiali della polizia è emerso che, stando sempre a fonti riservate del dicastero, a Ferguson il 93% degli arresti riguardano afro-americani, nonostante costituiscano soltanto il 67% della popolazione complessiva. Il rapporto aveva messo anche in evidenza una propensione generalizzata al razzismo da parte della polizia di Ferguson, con scherzi e barzellette sugli afroamericani rinvenuti nelle caselle mail di alcuni funzionari. Tra questi uno attacca il presidente Barack Obama, definendolo uno scimpanzé.

Damiano Aliprandi da il dubbio