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Profughi e sciacalli a Genova

Venti profughi che dovrebbero essere sistemati in un appartamento pubblico inutilizzato in Via XX Settembre a Genova scaldano l’atmosfera della politica genovese.

In realtà è una questione tutta simbolica e una classe politica incapace di agire su qualsiasi problema reale ci si tuffa a capofitto. Dimostrando il livello di sciacallaggio a cui giunge una politica inguardabile e un mondo della comunicazione che amplifica a dismisura il problema. Ma chi sono gli sciacalli? Ce ne sono di diversi tipi, a cominciare dai peggiori di tutti: i leghisti rappresentati dal solito Rixi, i fascisti di Forza Nuova che all’occasione spuntano nonostante di fatto a Genova non esistano, i candidati alle primarie del PD (Regazzoni) che hanno deciso che c’è uno spazio a destra. Volenti o meno, il loro razzismo è quello classico, biologico. Campano alimentando paure con la scusa dell’insicurezza sociale. A loro si uniscono i giornali che sanno quali notizie fanno vendere copie e non esitano a pubblicare qualsiasi sconcezza esca dalla bocca di questi personaggi.

Dall’altra parte il centrosinistra, il Sindaco e gli assessori (in)competenti che ripetono come un mantra il tema della necessaria integrazione ma applicano politiche che vanno in senso contrario a ogni integrazione reale.

La notizia è che il Prefetto ha ordinato la requisizione di una casa demaniale abbandonata per ospitare i profughi. Ha fatto benissimo, peccato che di case di quel tipo a Genova ne esistano circa ventimila e il Prefetto non muova un dito per assegnarle a chi la casa non ce l’ha o viene sfrattato per morosità (in media una famiglia al giorno). Se si requisissero le case e si ordinassero lavori di ristrutturazione urgenti per risolvere il problema abitativo si darebbe lavoro in edilizia e si avrebbero molte più case del necessario per accogliere tutti gli italiani che una casa non ce l’hanno e molti più stranieri di quanti facciano richiesta. In questo modo, oltre a recuperare patrimonio pubblico e far crescere le casse comunali con affitti equi, si toglierebbe un’arma propagandistica a razzisti e fascisti ma questo concetto a chi governa non interessa. Preferiscono sostenere i grandi proprietari e chi specula sugli affitti lasciando che i razzisti convincano i genovesi che la colpa è dei profughi.

Il Sindaco e gli assessori, apparentemente dotati di buon senso antirazzista, continuano a propagandare l’idea che i profughi possono essere usati per lavori gratuiti (in questo caso aiuterebbero il vicino mercato orientale) di pubblica utilità. Quei lavori andrebbero fatti da lavoratori in regola e pagati secondo i contratti di lavoro stabiliti dalle leggi. Gli immigrati non devono essere usati come arma per abbassare diritti e costo del lavoro ma questo evidentemente c’è chi non lo capisce e alimenta la propaganda fascista di chi sostiene che gli immigrati rubano il posto agli italiani.

Anche in questo caso è facile capire che i lavori da fare sono infiniti e che, volendo investire, ci sarebbe spazio per molti disoccupati indipendentemente dal colore della pelle. Evidentemente la coperta è corta: privatizzazioni e tagli sono la politica dominante e si usano i profughi per tappare buchi facendoli lavorare gratis con il piccolo problema di fornire, anche in questo caso, argomenti per la propaganda xenofoba.

Su tutta la questione dei profughi comunque la gestione è surreale. Per ottenere lo status di rifugiato i tempi sono lunghissimi. Nell’intervallo si destinano risorse a enti privati (non solo cooperative) che si prendono quasi tutto e ai profughi non resta un euro. Il motivo per cui stazionano agli angoli delle strade a chiedere l’elemosina sta tutto qua, non esiste nessun complotto e nessun particolare racket gestito esternamente. Se le risorse venissero date direttamente ai profughi (magari sotto forma di buoni da usare obbligatoriamente nel Comune di Residenza) la gestione sarebbe molto più trasparente, l’economia cittadina ne guadagnerebbe e il “business dell’accoglienza” finirebbe di essere il principale cavallo di battaglia delle peggiori destre.

La divisione dei lavoratori in etnie, nazioni e religioni è da anni sfruttata dai padroni e dalla peggior politica per sfruttare meglio tutti: sotto questo aspetto nulla di nuovo. Tra chi specula ci sono come al solito i peggiori razzisti ma anche chi continua a mettere in atto politiche che di antirazzista hanno solo la forma. I cittadini stranieri che hanno diritto all’asilo politico devono saperlo in tempi rapidissimi (rendendo la fase di soggiorno di emergenza molto breve e gestibile), i lavoratori che decidono di trasferirsi in Italia devono essere immediatamente regolarizzati e avere regole lavorative e stipendiali assolutamente identiche a ogni lavoratore italiano, chi vuol transitare verso altri paesi deve avere facilità di attraversare la frontiera abbattendo quelle vergogne che in questi mesi si vedono non solo a Ventimiglia.

In una situazione di regole certe, chi decide di lavorare e vivere in Italia avrà le stesse condizioni di tutti i lavoratori italiani, potrà organizzarsi con loro per migliorare le proprie condizioni e lottare contro le politiche di sfruttamento. Chi scapperà da fame e guerre potrà tranquillamente attraversare i confini e vivere nel luogo che sceglie rispettando le regole che troverà. In questo modo i padroni e i politici liberali non potranno più nascondere politiche criminali con la scusa dell’antirazzismo, i fascisti e i leghisti avranno soltanto da ritornare nelle loro fogne a teorizzare superiorità razziali in nome del colore della pelle e della religione non avendo più nulla da dire a chi è sfruttato.

Nel mondo esistono solo due razze: chi sfrutta e chi è sfruttato.