Non si placa negli Stati Uniti la strage dei neri da parte delle forze di polizia; ancora un ragazzino afroamericano disarmato che viene ucciso dalun agente dal grilletto facile.
Il fatto è avvenuto la notte scorsa a Columbus (Ohio), dopo che il 13enne avrebbe estratto quella che poi è risultata essere una pistola giocattolo. Il ragazzo, identificato come Tyree King, è stato colpito più volte da un agente che, insieme a dei colleghi erano stati chiamati nella zona, nel centro della città, per una rapina a mano armata.
Gli agenti si erano poi avvicinati ad un gruppo di tre persone che corrispondevano alla descrizione dei sospetti, due dei quali hanno cercato di fuggire. Raggiunto dai poliziotti, il ragazzino avrebbe estratto, secondo la ricostruzione fornita dalla stessa polizia che è ancora tutta da verificare, l’arma giocattolo, quella che in America viene chiamata Bb gun.
L’agente così ha sparato e colpito in modo letale il giovanissimo. Un testimone oculare ha raccontato ai media locali di aver visto gli agenti che inseguivano due ragazzi e poi di aver sentito tre, forse anche cinque, colpi di arma da fuoco.
L’altro ragazzo è stato fermato e poi rilasciato dalla polizia. Secondo una radio locale, l’agente che ha sparato era da nove anni in servizio. L’incidente è avvenuto a due anni dalla morte, sempre in Ohio, di Tamir Rice, il 12enne afroamericano ucciso da un agente che l’aveva visto con una pistola giocattolo in mano. Stessa dinamica, stesso tragico epilogo.
In quel caso l’omicidio provocò una serie di virulente proteste nell’ambito del movimento Black Lives Matter scese in piazza scontrandosi con le forze dell’ordine. Lo scorso dicembre un Grand jury aveva deciso di non rinviare a giudizio i due agenti coinvolti nella sparatoria. Quasi a compensare l’assoluzione del Gran jury, lo scorso aprile la stessa città di Cleveland aveva accettato di pagare sei milioni di dollari alla famiglia Rice per chiudere il processo per violazione dei diritti civili.
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