Perchè per il m5s è così fondamentale non definirsi partito? La risposta, con un po’ di pazienza, la troverete alla fine. Lo scopo dei grillini è quello di distruggere il vecchio sistema politico tradizionale, eliminare le spartizioni politiche, insomma sovvertire la cosiddetta “partitocrazia”. L’idea però è quella di creare un’ “Italia a cinque stelle”. Il movimento – è chiaro a tutti – è una reazione alla crisi economica ed istituzionale. Un movimento che viene foraggiato da quella classe imprenditrice protezionista e che è stata duramente colpita dalla globalizzazione, in particolar modo dalla politica europea. Una battaglia tra capitalisti. Quando la classe medio imprenditrice va in crisi, finisce per avere la necessità di appoggiare , alimentare, il primo movimento reazionario nascente.
Confindustria a “cinque stelle”
Chi beneficia dei soldi versati dai parlamentari del Movimento 5 stelle al Fondo di garanzia per le Pmi? Quasi 3 milioni dei soldi versati dai parlamentari al Fondo sono andati ad aziende partecipate da persone che sedevano con Grillo e Casaleggio: parliamo del famoso Think Tank Group della Confapri. E’ una sorta di confidustria a cinque stelle dove oltre agli imprenditori, ci sono personalità delle forze dell’ordine e intellettuali come il rossobruno Diego Fusaro. Ad esempio non è un caso che a Torino siano state scelte persone vicine al mondo dell’imprenditoria. Anche a Roma, con la nomina del nuovo assessore Massimo Colomban, è accaduta la stessa cosa. Oltre alle sue simpatie leghiste, lui è azionista e nel consiglio di amministrazione di diverse società innovative italiane. Anche la vicinanza del m5s all’imprenditore Tredicine – titolare dei famosi camion bar – è frutto di questa politica reazionaria della peggiore specie. Parliamo sempre di una classe imprenditoriale ben precisa: quella protezionista, nazionalista, razzista, pidocchiosa e intrisa di populismo penale. Insomma la stessa classe imprenditrice che a suo tempo appoggiò l’ascesa del fascismo.
Il movimento sta inglobando tutti, da destra a sinistra.
Il m5s sta inglobando piano piano tutti e – come fece esattamente Mussolini – sta attirando con se varie personalità di sinistra. Soprattutto tecnici ed intellettuali. D’altronde – durante il fascismo – per realizzare la riforma Gentile venne chiamato un intellettuale, il fascista di sinistra Giuseppe Bottai.
Come accadde con Mussolini, il movimento ha anche dei militanti esagitati e incontrollabili. Le famose squadracce fasciste, infatti, da una parte faceva comodo a Mussolini, dall’altra però creava problemi di immagine. Un problema anche per il movimento grillino. Il movimento cinque stelle inoltre ha anche un sindacato che simpatizza per lui e che si sta espandendo in tutta Italia: parliamo di “Cambiamento” e coinvolge i lavoratori autoferrotranvieri.
Corporativismo a cinque stelle.
Tutti questi elementi fanno pensare ad una riedizione del vecchio corporativismo. Fu il fascismo ad instaurarlo. Il Corporativismo fascista è una teoria economica espressa nella Carta del Lavoro (1927) che si poneva come ipotetica alternativa tra il capitalismo liberale e il comunismo. Lo Stato fascista aveva la funzione di regolare l’ economia del paese e di anteporre all’interesse individuale quello nazionale. In realtà il corporativismo è stato l’emblema dei reazionari, consistente nel vano tentativo di pacificare l’eterno conflitto capitale-lavoro. Il corporativismo grillino ha la stessa funzione: il controllo sociale di tutte le realtà che possono mettere in discussione il capitalismo. Non è un caso che siano dentro anche il movimento no tav.
Perchè non vogliono definirsi partito.
Ricapitoliamo. Il movimento cinque stelle ha quindi un suo giornale (è il Fatto Quotidiano, anche se fanno finta di sgridarsi a vicenda), un sindacato, un folto gruppo di imprenditori, le associazioni e soprattutto aziende che fanno attività di lobbying internet. Insomma hanno tutte le caratteristiche di un partito. Ma con un problema di fondo: loro vogliono che il parlamento sia a cinque stelle. Ecco perchè ci tengono a ribadire che loro sono un movimento: altrimenti dovremmo cominciare a parlare di “partito unico”.
Damiano Aliprandi
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“La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire” Orwell
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