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Dal nord al sud la protesta contro i migranti

Un presidio di protesta contro il loro arrivo, organizzato dai militanti della Lega Nord. Non hanno ricevuto una bella accoglienza i 16 profughi arrivati martedì a Vigevano e alloggiati in un edificio della cittadina pavese. L’ospitalità ai rifugiati, provenienti da Gambia, Guinea e Costa D’Avorio, è gestita dalla cooperativa Milano Solidale in accordo con la prefettura. Tutto regolare, ma davanti alla palazzina che li ospita in via della Pace, il clima è tutt’altro che pacifico. Molti vigevanesi non sono d’accordo, a partire dal sindaco del Carroccio Andrea Sala: «La prefettura ha agito senza informarci pur sapendo della nostra contrarietà – ha detto – probabilmente per evitare lo scontro con il Comune. Voglio evitare che queste persone siano gli apripista di una massiccia ondata».

A Vigevano i cittadini non hanno eretto barricate, come hanno fatto a Goro per impedire a 12 donne africane e ai loro bambini di entrare in paese. Ma se ciò che è accaduto nel ferrarese è molto grave – anche perché ha visto la vittoria degli abitanti contro l’ordinanza del prefetto – episodi simili sono sempre più frequenti, sintomo di un’intolleranza diffusa. A Marina Romea, in provincia di Ravenna, il Carroccio ha annunciato un presidio per domani contro l’accoglienza di 26 profughi nell’hotel Solaria. Proteste anche a Oggiono, in provincia di Lecco, perché un complesso residenziale non sia destinato ai rifugiati.

Il «no» ai migranti non arriva solo al Nord: a Bitonto, in provincia di Bari, per l’opposizione degli abitanti sono stati bloccati i lavori di riqualificazione di un edificio da destinare all’accoglienza. Ora il principale timore è che i fatti di Goro possano diventare un pericoloso precedente e che altri Comuni si ribellino ai nuovi arrivi. Il ministro Alfano promette che non sarà così, ma c’è la consapevolezza di una situazione molto difficile al punto che il Viminale ha convocato per il 10 novembre tutti i prefetti per una riunione sull’emergenza migranti.

Irene Mossa da il manifesto