Un nostro concittadino, un compagno con la C maiuscola, un fratello ultrà del Cosenza Calcio, Felice, è detenuto nel carcere di Regina Coeli a Roma da sabato scorso.
La sua foto col cranio spaccato e il volto insanguinato, ha fatto il giro dei media. Per molti sarà solo un’immagine come tante altre, per noi, che conosciamo la bellezza interiore di questa persona, e con cui abbiamo condiviso giornate e nottate di impegno nei quartieri della nostra città, quella fotografia è un incubo, il ritratto del precipizio autoritario in cui questo Paese sta franando.
Felice è stato arrestato al termine di una mobilitazione antifascista nel quartiere della Magliana a Roma dopo aver provato con altri compagni e compagne ad ostacolare i fascisti di Forza Nuova che tentavano, come fanno ovunque in questi giorni, di soffiare sul fuoco del disagio e fomentare il razzismo, aizzando gli abitanti dei quartieri contro donne, vecchi, migranti e perseguitati nelle loro terre di provenienza, impoveriti dalle guerre scatenate dal neoliberismo e ricacciati dai luoghi in cui cercano rifugio.
Contro questo abominio è sceso in piazza Felice, come ha imparato a fare nella nostra città, dove è vissuto per oltre quarant’anni consegnando la sua esistenza, il suo lavoro, il suo tempo alle lotte sociali, ai poveri, alle persone indifese. Nella vita lavorativa, Felice è un cuoco eccezionale. Non ne poteva più di lavorare giorno e notte per un salario da fame, come ormai purtroppo accade a tanti di noi.
Era a Roma di passaggio, due giorni dopo sarebbe partito per la Germania insieme ai suoi figli, così come migliaia di nostri conterranei sono ritornati a fare: emigrare per cercare un posto di lavoro dignitoso. Tutto ciò rende la vicenda ancora più paradossale.
Felice è molto conosciuto nel mondo del volontariato sia laico che cattolico, per aver lavorato gratuitamente dietro i fornelli delle cene sociali, presso le strutture per migranti, in favore della lotta per la casa e durante le giornate di Fiera Inmensa, la meravigliosa esperienza che da tanti anni i cosentini e le cosentine realizzano per accogliere gli ambulanti della fiera di San Giuseppe.
I media lo definiscono “pericoloso”. Vogliamo urlare la verità: se in passato è stato denunciato, questo è avvenuto solo per il suo carattere generoso ed altruista. In ogni circostanza, è sempre intervenuto per sottrarre i propri compagni e i ragazzi della curva ai pestaggi da parte delle forze dell’ordine, che in questo Paese, sempre più imbarbarito, avvengono ormai quotidianamente nell’indifferenza generale. Ci sembra a dir poco paradossale che lo si accusi di “devastazione e saccheggio”, il reato che le procure adottano per criminalizzare i movimenti antagonisti. Ed è ancora più assurdo il fatto che tutto ciò avvenga proprio a Roma, città devastata e saccheggiata dagli stessi gruppi di potere che da sempre se la spassano, fomentando l’odio sociale nei quartieri della capitale e finanziano Forza Nuova.
Felice è un compagno di questa città ed ora ha bisogno della solidarietà attiva che solo una città come Cosenza sa e può dare. Rivolgiamo un appello a tutte e tutti, chiediamo la partecipazione alle iniziative in sostegno a lui ed a tutti i compagni coinvolti in questa assurda vicenda. L’antifascismo è una pratica a difesa dell’umanità. Liberiamo dalle galere chi lo pratica!
Di seguito le informazioni necessarie per sostenere le spese legali dei compagni arrestati.
Codice postepay – 4023 6006 7246 5624
Dati intestatario – Noto Francesco, NTO FNC 78D 16D 086 W
Per chi volesse scrivergli “NOME + COGNOME, C.C. Regina Coeli, via Lungara 29 – 00165 Roma”.
FELICE, EDDY e ALBERTO LIBERI SUBITO
I compagni e le compagne di Cosenza
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