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No Tav, la polizia all’attacco. Scioperi spontanei in Valsusa e mobilitazioni urgenti in tutta Italia

Non hanno uno straccio di motivazione di merito per quest’opera: solo slogan di un fantomatico sviluppo. Non hanno risorse da investire nella realizzazione: vogliono solo mettere le mani sui contributi UE Non hanno remore a procedere usando anche dati fasulli e procedure illegittime. Non hanno un briciolo di autorevolezza, non avendo più un’etica su cui fondarla.E allora ricorrono all’autoritarismo, al monopolio della violenza autorizzata e vigliacca: manganelli in mano a uomini che non hanno piena coscienza del contendere e di cui non è dato conoscere l’identità (Venaus 2005 insegna).

Dopo la fiaccolata di Chiomonte, è partita all’alba di questa mattina, l’offensiva dello Stato contro i no Tav. 2000 agenti delle forze dell’ordine hanno attaccato la comunità della Val Susa. Bloccate le strade di accesso all’area sono intervenute con elicotteri, ruspe e un fitto lancio di lacrimogeni. Le forze dell’ordine (polizia e carabinieri) sono entrate nel terreno del presidio della comunità montana e dopo aver aver sfondato i blocchi dei presidianti hanno iniziato una caccia all’uomo. Le forze dell’ordine non erano autorizzate ad entrare nei terreni della comunità montana. Ma si sa “alla legalità di Stato” credono solo quei partiti che stanno silenziosamente appoggiando il progetto (il centrodestra, compresa i leghisti del “padroni a casa nostra” e il PD, Fassino in testa) e che non diranno una parola contro “la violenza di Stato”. Durante la resistenza all’azione delle forze dell’ordine (erano migliaia i manifestanti accorsi da tutta Italia), si sono registrati quattro feriti tra i NO TAV. Alla notizia della presa in possesso delle forze dell’ordione della “Libera Repubblica di Maddalena” è partito uno sciopero spontaneo in molte fabbriche metalmeccaniche della Val di Susa ( la “Savio” di Chiusa San Michele, la “Teknocar” di Sant’Antonino, la “Beltrame” di San di Dero e la “Vertek” di Condove). Intorno alle 11 della mattinata la polizia ha consegnato “simbolicamente” l’area alla ditta che dovrà installare il cantiere entro il 30 giugno per mantenere l’impegno dello Stato con l’Europa e ricevere i fondi europei. I No Tav hanno cominciato a smontare le tende, ma come ha dichiarato Alberto Perino, una delle voci significative della protesta: “E’ stata persa una battaglia, non la guerra”. In questi anni era già capitato al movimento NO Tav di perdere momentaneamente l’area di un cantiere, ma è sempre stato in grado di riconquistarlo. Per questo motivo è di fondamentale importanza la solidarietà e la mobilitazione. Da tutta Italia spontaneamente sono state organizzate iniziative e la giornata si prefigura calda da nord a sud. Sul carro di questa valorosa e momentanea “sconfitta” saliranno tutti coloro che, pieni di indignazione, hanno sempre sostenuto dal principio le lotte dei montanari. Senza nessuna mediazione possibile. La partita è ancora aperta e sarà dura per i politici di professione recuperare la credibilità perduta.
Link utili a seguire la protesta:
La diretta: