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A Massa si processano i compagni che lottano contro il JobsAct

Il 7 febbraio si terrà la prima udienza del processo contro il compagno Marco Lenzoni accusato di aver promosso, il 2 dicembre del 2014, un corteo non autorizzato partito dal Comune di Massa e diretto alla sede del PD, nell’ambito di una mobilitazione contro l’approvazione del Job Act che era in discussione in Parlamento.

Il Job Act che è poi è stato approvato, è (come tutti ben sappiamo) un grave attacco ai diritti dei lavoratori e non fa altro che aumentare precarietà e sfruttamento.

I risultati li abbiamo sotto gli occhi. Basta guardare nel nostro territorio: disoccupazione al pari delle zone più povere del sud Italia e lavori sempre più precari.
Marco verrà processato per aver violato l’articolo 18 del Decreto Regio fascista del 1931: ecco a quali articoli si appella l’attuale classe dirigente per impedire le contestazioni alle sue manovre antipopolari e criminali! Una legge del regime fascista ancora in vigore nel nostro Paese.

Questo è l’articolo 18 che piace ai padroni! Mentre hanno fatto di tutto per distruggere e svuotare di ogni significato un altro articolo 18: quello dello Statuto dei lavoratori.
Questo parallelismo ci dimostra il solco netto che divide le masse popolari dai padroni, affaristi e capitalisti: non è vero che siamo sulla stessa barca. Non è mai stato così evidente quanto gli interessi dei ricchi capitalisti siano contrapposti a quelli delle masse popolari.

È per questo che è necessario schierarsi: o si sta da una parte o dall’altra. Non possiamo aspettarci nessuna soluzione positiva all’andamento disastroso della società da parte di chi preferisce dare i soldi alle banche piuttosto che destinare tutti i fondi a disposizione per la creazione di posti di lavoro, mettere mano a tutti gli interventi necessari nel nostro Paese (recuperare il patrimonio edilizio lasciato a marcire inutilizzato, intervenire sul dissesto idro-geologico che ogni anno fa morti e sfollati, moltiplicare e rendere più efficienti i servizi per le masse popolari).

Oggi chi vuole stare dalla parte delle masse popolari deve lottare per l’applicazione delle parti progressiste contenute nella Costituzione, proprio quelle parti che, guarda caso, dal dopoguerra ad oggi sono state sistematicamente disattese. Basta un esempio, quello dell’articolo 4 che dice:

“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

A qualcuno risulta che lo Stato garantisca, anche solo minimamente, il lavoro ad ognuno di noi? Eppure i primi dodici articoli della Costituzione sono chiamati “Principi fondamentali” e dovrebbero essere applicati prima degli altri!

Dobbiamo organizzarci e applicare dal basso le parti progresssite della la Costituzione come ha fatto Marco e tutti coloro che si sono mobilitati contro l’approvazione del Job Act, che colpiva lo Statuto dei lavoratori. Dobbiamo organizzarci e rendere inapplicabili le norme antipopolari e apertamente anti-costituzionali che vengono messe in campo solo nell’ottica del profitto, come ha fatto proprio Marco Lenzoni (infermiere dell’Asl) nel 2013: quando ha effettuato il prelievo ad una ragazza di Montignoso, anche se non aveva la possibilità di pagare immediatamente il ticket sanitario, rischiando addirittura un provvedimento disciplinare da parte della direzione della Asl.

Questo vuol dire mettere davanti a tutto gli interessi delle masse popolari, questo dovrebbero fare sindaci e consiglieri che amministrano i nostri territori. Non bisogna aver paura di violare le leggi ingiuste, non farlo significa essere complici di un sistema che ci sta portando rovina e disperazione.