La rivoluzione, per ora, è solo nel nome. I vecchi Cie, Centri di identificazione ed espulsione – spariranno per lasciare il posto ai nuovi Cpr, Centri per il rimpatrio che – uno in ogni regione salvo Valle d’Aosta e Abruzzo – dovrebbero servire ad accelerare le espulsioni dei migrati economici (e quindi automaticamente irregolari per il governo). Apertura di altri cinque hotspot che andranno ad aggiungersi ai quattro già esistenti. Riduzione dei gradi di giudizio e dei ricorsi nelle richieste di asilo e la promessa di procedere a nuovi accordi bilaterali con i paesi di origine dei migranti. Sono alcuni dei punti del programma sull’immigrazione che il ministro degli Interni Marco Minniti presenterà oggi pomeriggio alle commissioni riunite Affari costituzionali di Camera e Senato. Programma che al momento sembra centrato più sulla necessità di rimpatriare quanto prima possibile le migliaia di disperati che approdano sulle nostre coste che a organizzare e gestirne l’accoglienza (dal 13 febbraio è prevista inoltre la sostituzione dell’attuale capo Dipartimento Immigrazione del Viminale, prefetto Mario Morcone, nominato capo di gabinetto del ministero).
Sono diecimila i migranti arrivati in Italia dal 1 gennaio di quest’anno, il 50% in più rispetto allo stesso periodo del 2016. Praticamente tutti provenienti dall’Africa con Guinea, Costa d’Avorio, Nigeria, Senegal, Gambia e Marocco tra le nazionalità maggiormente rappresentate.
Per far fronte a questi numeri, Minniti pensa prima di tutto di aumentare il numero di hotspot dove smistare i migranti subito dopo essere stati soccorsi. Oggi sono quattro quelli già attivi a Lampedusa, Taranto, Trapani e Pozzallo per un totale di 1.900 posti. Le nuove strutture dovrebbero sorgere invece a Crotone, Reggio Calabria, Palermo, Messina e Corigliano Calabro (Cosenza) rendendo così più veloci le procedure di selezione e identificazione dei migranti, separando quanti intendono presentare richiesta di asilo nel nostro paese dai migranti economici. E’ bene ricordare che, lasciate alle ormai alle spalle le polemiche con l’Unione europea, più del 95% dei migranti sono identificati.
Minniti oggi parlerà anche dei nuovi Cpr, i Centri per i rimpatri annunciati appena nominato ministro degli Interni. In tutto dovrebbero essere 18, ognuno dei quali potrà contenere tra gli 80 e i 100 migranti. Il ministro ha anche assicurato che non si dovrebbero vedere più le pessime condizioni di vita registrate in passato all’interno di molti Cie. I nuovi Cpr sono previsti in un decreto che dovrebbe essere presentato nei prossimi giorni.
Resta il cosiddetto snellimento delle procedure per quanti fanno domanda di asilo nel nostro paese. Minniti fa sua una proposta avanzata l’estate corsa dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. L’idea è quella di arrivare alla definizione del procedimento in tempi brevi (Orlando parlò di quattro mesi) «con ricorso non reclamabile e ricorribile solo in Cassazione», come ha spiegato il 17 gennaio scorso lo stesso Guardasigilli intervenendo in parlamento. Al contrario di Orlando, però, non si ha notizia di un eventuale parere favorevole di Minniti all’abolizione del reato di clandestinità.
da il manifesto