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Bologna: Sgombero via Irnerio, in 32 denunciati per occupazione e resistenza

Tra questi, oltre agli attivisti di Asia-Usb, anche diverse famiglie. Il sindacato: “Notifiche recapitate con una modalità da avvertimento mafioso alla vigilia del corteo del 25”. Social Log impedisce per la quinta volta una sfratto.

Per aver resistito allo sgombero del palazzo in via Irnerio, dove avevano trovato casa decine di famiglie, in trentadue sono stati denunciati. Così Asia-Usb in un comunicato denuncia quanto accaduto: “Con una modalità da avvertimento mafioso, alla vigilia del corteo del 25 a cui ci preparavamo a partecipare, in piena continuità con il clima di terrore che media e forza pubblica hanno creato intorno alla giornata, la Digos di Bologna ha recapitato brevi manu ad un nostro compagno un fascicolo che notifica 32 denunce per l’occupazione e la resistenza allo sgombero dello stabile vuoto di proprietà del Sant’Orsola in via Irnerio 13, avvenuto il 3 maggio 2016, molte delle quali a carico delle famiglie degli abitanti stessi”.

I giorni di occupazione dell’immobile sono così ricordati dagli attivisti per la casa: “Con un periodo di grandi occupazioni abitative abbiamo dimostrato come l’amministrazione cittadina (Pd) abbia mascherato sotto strutture d’emergenza e cooperative insufficienti una città piena di stabili sfitti in mano a grandi proprietari pubblici e privati mentre sempre più persone vengono sfrattate ogni giorno, mentre le case popolari vengono svendute ai privati”.

E sempre in tema di emergenza abitativa in città, Social Log racconta dello sfratto scongiurato per la quinta volta in via del Lavoro: “Abbiamo dato vita ad una muraglia meticcia per impedire lo sfratto per Layla e la piccola Malak alla cui situazione di difficoltà le istituzioni non hanno presentato alcuna soluzione. La determinazione del picchetto, nonostante l’insistenza della proprietà e della polizia presenti sul posto, ha strappato un rinvio”.

Dagli stessi attivisti è stata inoltre espressa solidarietà ai denunciati per lo sgombero della biblioteca di via Zamboni 36: “La gioia per questo risultato è giunta in contemporanea alla notizia delle misure cautelari per Angelo, Emiliano e Morgan. Queste misure, finalizzate alla repressione del conflitto sociale della nostra città, sono inaccettabili”.

da zic.it