Urbino: Spazi, aggregazione e libera partecipazione. Una storia di ordinaria repressione
A Urbino la repressione colpisce tre studenti perchè parteciparono ad un torneo di calcio popolare organizzato nei prati dei collegi universitari. il degrado è nella mancanza reale di spazi di aggregazione nella città che si professa “città-campus”, nelle ordinanze che criminalizzano lo studente e nella trasformazione delle città in città-vetrina, dove lo studente (seppur è il principale fulcro economico di questa città) non è gradito; il degrado non sta nell’autorganizzazione delle/degli student* determinati nella riappropriazione delle proprie vite e dei propri spazi!
Nel giugno 2015, in quello spazio che la cittadinanza urbinate conosce come “prato del collegio del colle”, si svolgeva una giornata di aggregazione e socialità diversa dalla solita routine paesana che caratterizza i soggiorni a Urbino: un partecipatissimo torneo di calcetto popolare, organizzato dagli stessi studenti dell’Università di Urbino, ha animato e reso vivibile uno spazio che generalmente viene frequentato solo di passaggio. Sport, musica e socialità sono state la base di un momento condiviso da tantissimi studenti e studentesse, una giornata che ricordiamo con felicità e nostalgia se non fosse che oggi ne dobbiamo riparlare perché a seguito di quella giornata sono state aperte delle indagini preliminari nei confronti di 18 persone, fra studenti e residenti urbinati, riguardo l’occupazione di uno spazio ed il disturbo della quiete pubblica.
Le indagini riguardanti quella giornata, sono partite dopo una denuncia del nostro amatissimo Ersu, che ha ritenuto giusto denunciare delle persone, ribadiamo fra studenti e residenti, perché stavano giocando a calcetto in un prato con libero accesso dei collegi universitari. Queste indagini, oggi, si sono concluse, attraverso un decreto penale di condanna che colpisce tre studenti dell’Università. Un atto repressivo indegno, mirato a colpire alcune persone nello specifico, ed allo stesso tempo tutta la comunità studentesca che di libera iniziativa si autorganizza per vivere gli spazi della propria città. Un vivere gli spazi, che da troppo tempo a Urbino viene impedito, inserendo regolamenti inutili e fortemente repressivi (vedi ordinanze comunali, vedi regolamenti sui collegi) e punendo sistematicamente chi prova a percorrere strade diverse da quelle dei divieti: il libero utilizzo degli spazi universitari e di quelli cittadini erano e sono dei punti cardine per una socialità libera e diversa dal vuoto totale che si presenta attualmente ad Urbino. Non è un caso che il prato del colle, spazio libero, luogo di passaggio e non recintato, viene concesso a pagamento e con una miriade di burocrazie annesse. Cosa impensabile per chi, come gli studenti che hanno organizzato il torneo di calcetto, pensa che alcuni spazi sono nati per essere vissuti liberamente, e tali devono rimanere nel corso degli anni e della loro esistenza.
Questo clima repressivo è comune nella città di Urbino: se l’Ersu infatti, denuncia i “propri” studenti per aver fatto un torneo di calcetto, il Comune della giunta Gambini, emana ordinanze contro consumo e detenzione di bevande alcoliche in tutto il centro storico. Un vero e proprio diktat contro un fantomatico degrado, quando il problema alla radice è la mancanza reale di spazi di aggregazione in città, in cui gli studenti e le studentesse possano partecipare e non essere considerati semplici consumatori. Visti i livelli raggiunti riteniamo necessario riappropriarsi dei luoghi della nostra città ripartendo dalle pratiche di socialità e condivisione che abbiamo sempre messo in atto in questi anni; Ripartendo dal torneo di calcetto al colle, dall’autorganizzazione dalla condivisione delle pratiche sociale. Gli spazi sono di chi li vive.
Una risata (o una birretta) vi seppellirà!
Antifasciste/i di Urbino