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Usa, assolta la poliziotta che uccise un afroamericano disarmato

In Oklahoma è stata assolta Betty Shelby, l’agente di polizia bianca che uccise il 40enne Terence Crutcher. Immediate le proteste, mentre aumentano i casi di poliziotti giudicati non colpevoli per l’omicidio di cittadini neri

A Tulsa in Oklahoma è stata assolta Betty Shelby, l’agente di polizia bianca accusata di aver ucciso, sparandogli, un cittadino nero disarmato lo scorso anno. Shelby è stata giudicata non colpevole dell’uccisione del 40enne Terence Crutcher in un caso che aveva attirato l’attenzione nazionale e le proteste di Black Lives Matter.

I giurati si sono riuniti per più di nove ore prima di pronunciare il verdetto. In seguito la governatrice Mary Fallin ha chiesto la calma, mentre i manifestanti fuori dal tribunale scandivano: «Nessuna giustizia. Nessuna pace. Basta con la polizia razzista».

Il verdetto ha avuto una risposta netta da parte della famiglia di Crutcher: «Nel profondo del mio cuore so che Betty Shelby è responsabile per l’omicidio», ha detto il padre della vittima, Joey Crutcher.

Anche se la linea di difesa della poliziotta era stata la legittima difesa in quanto, dopo aver ordinato alla vittima di sdraiarsi a terra, aveva creduto che Crutcher stesse prendendo un’arma per spararle, nel video dell’incidente divulgato in rete si vede il 40enne andare verso l’agente di polizia disarmato e con le mani in alto.

Crutcher era padre di quattro bambini e aspirante cantante di gospel. Prima di sparargli un altro poliziotto l’aveva colpito con una pistola stordente.

Nel video si vede anche che Shelby, dopo aver aperto il fuoco, invece di controllare le condizioni di Crutcher, si avvicina all’auto di pattuglia ferma poco lontano dove un altro poliziotto tenta di confortarla lasciando la vittima al suolo.

Dall’inizio della presidenza Trump sono sempre di più i casi di poliziotti bianchi scagionati dalle accuse di omicidio di cittadini afroamericani disarmati. Notizie sommerse dai continui scandali della Casa bianca, che trovano molto meno spazio nei media.

Marina Catucci

da il manifesto