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Aggressioni neofasciste a Pescara

Aggressioni neofascista a Pescara, la prima contro un attivista dell’Arcigay la seconda davanti a un locale di via delle Caserme, con due persone finite al Pronto soccorso.

“Giovedì sera si è consumato a Pescara un grave assalto omofobico nei confronti di un ragazzo, peraltro volontario di Arcigay Chieti”. A denunciare l’episodio la stessa associazione  che racconta come il ragazzo, intorno alle 22, dopo aver salutato il proprio fidanzato con un semplice bacio sul lungomare ed aver preso la bici per tornare a casa, sia stato seguito per un lungo tratto da due uomini che dall’auto gli hanno lanciato insulti omofobi.

“Due individui che hanno assistito alla scena a bordo di un’auto gli hanno gridato con tono minaccioso improperi legati al suo orientamento sessuale – scrive l’associazione – ma purtroppo l’episodio non si è chiuso subito: i due, non appagati evidentemente dalla prima serie di offese, l’hanno inseguito per un bel tratto superandolo e fermandosi più volte per aspettarlo e ogni volta che si avvicinavano, anche guidando contro mano, gli urlavano contro ingiurie con tono violento, spaventando moltissimo il ragazzo che sulla propria bici non ha potuto far rientro subito in direzione di casa in quanto, sentendosi minacciato, non voleva rivelare loro il suo domicilio”

A quel punto secondo l’associazione il ragazzo avrebbe cercato invano di chiamare Carabinieri e Questura, non ricevendo risposta fino a quando, intorno alle 23, è andato dalla Polizia per sporgere denuncia.

“Gli è stato riposto in entrambi casi che poiché, a parer loro, non si configurava alcun reato loro non potevano fare niente – continua l’associazione –  ,Ebbene noi di Arcigay Chieti vogliamo sottolineare e denunciare quanto sia grave non solo l’inseguimento minaccioso con ingiurie operato ai danni del ragazzo, che ha subito una vera e propria violenza privata, quanto anche la totale assenza di aiuto delle forze dell’ordine, che altresì hanno frettolosamente liquidato il ragazzo non curandosi minimamente del fatto che non spetta a loro giudicare la presenza o meno di un reato in un episodio di violenza e ingiuria.
Cogliamo l’occasione per chiedere con forza che. analogamente a quanto ha fatto la Regione Umbria, anche l’Abruzzo si doti di una legge regionale volta al contrasto contro le discriminazioni e le violenze di genere determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”

Ma dopo l’aggressione di stampo omofobo denunciata dall’Arcigay, emerge anche un altro inquietante episodio di violenza, consumatosi nel centro storico del capoluogo adriatico, davanti ad un circolo Arci, associazione appartenente ad un’area culturale di sinistra.

A riferirlo, mettendo in collegamento le due vicende, è il segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, storico leader della sinistra antagonista a Pescara e in Abruzzo. “Tornato a Pescara dopo la meravigliosa manifestazione antirazzista di Milano – scrive Acerbo in una nota – apprendo dell’aggressione omofoba ai due ragazzi gay sulla riviera e di una nuova aggressione, stanotte, davanti a un locale del centro storico ai danni di due giovani finiti al pronto soccorso”.

L’esponente di Rifondazione, riferendosi al secondo episodio, aggiunge:

“In questo caso gli aggressori, oltre ad autodefinirsi razzisti, hanno ostentato saluti romani e inneggiato al duce. Il circolo Arci in via delle Caserme, davanti al quale, è avvenuta l’aggressione è già stato oggetto di altre incursioni di questi neofascisti”.

Alla luce degli ultimi eventi, Acerbo invita a non sottovalutare l’accaduto:

“Non è la prima volta che accade in giro per la nostra città. Sovente gli aggrediti non denunciano. Non è tollerabile che a Pescara circolino uno o più gruppi di squadristi dediti alle aggressioni violente. Le forze dell’ordine e la magistratura hanno il dovere di individuarli, punirli e affidarli alle cure di qualche assistente sociale o psichiatra. Questi episodi, se non affrontati con decisione, possono condurre a tragedie. Ricordo il rifugiato nigeriano ammazzato a Fermo, i due assassinati a pugni a Chieti”.

Infine un richiamo alle istituzioni:

“La nostra Repubblica è fondata sulla Costituzione nata dalla Resistenza. E’ compito delle istituzioni garantire la convivenza civile e la sicurezza dei cittadini. Invito il sindaco a chiedere immediatamente la convocazione del tavolo per l’ordine e la sicurezza mettendo al centro la questione. Pescara ha una lunga tradizione di tolleranza e confronto sempre tenuto sul piano del rispetto e della nonviolenza. Cittadine e cittadini hanno il diritto di poter vivere la città senza dover temere per la propria incolumità”.

 

da ABR24News