Due detenuti suicidi in un solo giorno, a L’Aquila e Como: già 65 casi da inizio anno
Suicida nel carcere de L’Aquila detenuto al 41bis
Gli agenti della polizia penitenziaria, in servizio presso il super carcere “Le Costarelle” di Preturo, frazione ovest dell’Aquila, stanno svolgendo delle indagini per appurare i motivi che hanno spinto Pietro Salvatore Mollo, calabrese, arrestato per associazione mafiosa, detenuto in regime “duro” quello del 41bis, a togliersi la vita.
L’uomo era giunto nel supercarcere un mese fa e al momento non si conoscono le cause del gesto estremo messo in pratica con un lenzuolo che è stato legato ad una delle inferriate della finestra della cella. Mollo era stato arrestato a luglio a Corigliano Calabro (Cosenza) insieme ad altre 66 persone nell’ambito dell’operazione “Santa Tecla” condotta dalla direzione distrettuale antimafia di Catanzaro e eseguita dagli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro, in collaborazione con i colleghi dello Scico di Roma e dai Carabinieri del comando provinciale di Cosenza. Alle persone coinvolte, accusate di far parte di una pericolosa organizzazione ‘ndranghetistica con base nell’alto Ionio cosentino, furono contestati i reati di associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le forze dell’ordine eseguirono anche il sequestro di beni mobili, immobili, attività commerciali e conti correnti bancari per un valore complessivo di circa 250 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti Mollo, 41 anni, ricopriva una posizione di rilievo all’interno del clan coriglianese, e, unitamente al cognato Alfonso Sandro Marrazzo e ad altri sodali, avrebbe avuto un ruolo di assoluto rilievo nel traffico di droga gestito dalla cosca nonché in diverse attività estorsive e usurarie. La salma del detenuto è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre dell’autopsia prima di concedere il nullaosta per i funerali.
Como: in carcere per droga, suicida a 31 anni
In carcere per scontare una condanna legata alla detenzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti, si è suicidato nella sua cella del Bassone di Como. Ad attuare il disperato gesto un detenuto di 31 anni, Alessandro Luzzani, in carcere dallo scorso settembre, residente nell’Erbese (Como), trovato ormai privo di vita stamattina dagli agenti della Polizia penitenziaria. Secondo quanto si apprende, l’uomo si sarebbe suicidato mettendosi sulla testa un sacchetto in plastica, uno dei metodi maggiormente utilizzati dai detenuti che fanno questa disperata scelta. L’ultimo episodio accaduto nel carcere di Como risale al maggio scorso quando a togliersi la vita era stato un 57enne che, più volte finito in carcere, da alcuni giorni aveva iniziato uno sciopero della fame sostenendo di sentirsi perseguitato dalla magistratura.
fonte: Ristretti Orizzonti
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